Le cure estetiche – l'inchiesta di Report sugli interventi estetici
Creato il 01 novembre 2015 da Funicelli
“Cosa ci mettiamo in corpo per
restare belli e per dimagrire. Tutto quello che c'è da sapere”.
L'inchiesta di Giovanna Boursier parla
di sanità, ma su un settore molto noto
ma di cui sappiamo in realtà poco: le cure estetiche.
Le labbra che si gonfiano, i seni che
aumentano di taglia, le rughe che spariscono, i cuscinetti di grasso
aspirati via....
Sappiamo in che mani andiamo ad affidarci?
Sono interventi presso strutture
private, perché non li passa il servizio sanitario: esistono
controlli sugli interventi, sui medici (che magari non sono nemmeno
medici), sulle sostanze che vengono usate, iniettate, inserite?
Come vedremo dal servizio, sono tutte
domande che meritano una risposta, perché sono tanti i casi di
malasanità, anche in ambito estetico. Dove spesso il paziente è
usato come cavia per sperimentare farmaci e cure “miracolose”.
La scheda del servizio: Belli
da paura, di Giovanna Boursier
Quando vado a rifarmi il naso o a
gonfiarmi la bocca so in che mani mi metto?
Siccome gli interventi estetici
giustamente non me li passa il Servizio sanitario nazionale, pago e
vado in uno studio o clinica privata, ma il medico che
specializzazioni ha e cosa mi inietta?
Ben pochi sanno che né chirurgia né
medicina estetica sono specializzazioni universitarie, come invece lo
sono per esempio dermatologia e chirurgia plastica, quelle che più
si avvicinano al campo dell’estetica. Esistono scuole e master di
specializzazione ma non sono obbligatori. Non serve nessuna
specializzazione, quindi, per rifare nasi o blefaroplastiche agli
occhi, e gonfiare labbra, seni e zigomi con i filler; basta la laurea
in medicina.
Negli Stati Uniti, patria dei
trattamenti estetici, l’Fda ha autorizzato 24 filler; in Italia, il
Ministero della Salute ne ha autorizzati 123. Ci sono quelli
temporanei e quelli permanenti, molto più richiesti visto che non
serve tornare ogni sei mesi a farseli iniettare, ma anche più
pericolosi.
Perché se c’è danno, anche
quello è permanente, e spesso grave. Alla fine la sperimentazione si
fa sul paziente, a cui non resta che affidarsi al medico, che
dovrebbe a sua volta affidarsi a prodotti già collaudati, ma non
sempre è così. Visto che nella carenza di regole si infila anche
chi inietta materiali meno sicuri, magari tolti dal commercio solo
dopo casi di gravi danni.
Il silicone liquido è vietato da 20
anni, ma troppi medici hanno continuato ad iniettarlo.
Racconteremo casi di donne rovinate
per sempre, non solo dal punto di vista estetico, e di medici
colpevoli che continuano ad esercitare. Tutte queste attività si
svolgono nel privato perché la medicina estetica non è a carico del
Servizio sanitario nazionale. Eppure a Palermo il medico del
Presidente della Regione Rosario Crocetta è indagato perché avrebbe
fatto interventi estetici passandoli per funzionali, e quindi a
carico della Regione.
Infine le cure dimagranti: troppi
medici prescrivono anoressizzanti per togliere velocemente chili a
pazienti non obesi, spesso senza sottoporli a esami preventivi.
Queste sostanze possono esporre i pazienti, ignari, a rischi
cardiocircolatori. Le procure indagano su casi di decessi.
Il secondo servizio
invece racconta dell'ingegno di quei medici che, di fronte ai
tagli della sanità, hanno saputo inventarsi nuove strade per le
cure, andando a far risparmiare allo stato tanti soldi.
Le risonanze
magnetiche al succo d'ananas, il ritorno ai piatti in ceramica per i
pasti e la cura dei tumori con l'adroterapia.
Perché non si
mettono a fattore comune queste esperienze e le si esporta negli
altri ospedali italiani?
Quando
la sanità aguzza l'ingegno, di Stefania Rimini
Dalle risonanze magnetiche "al
succo d'ananas" alla cura dei tumori radioresistenti con
l'innovativa "adroterapia". Due storie in cui ricerca e
passione nella sanità si dimostrano più forti di qualsiasi taglio.
Di solito le radiologie comprano un liquido di contrasto da
un'azienda farmaceutica.
Alla radiologia del policlinico S.Orsola
di Bologna invece danno da bere il succo d'ananas ai pazienti
che devono fare gli esami alle vie biliari. "E’ un succo
normale - spiega la dottoressa Rita Golfieri, direttore del reparto,
"ma potrebbe essere impiegato anche un succo di mirtillo
normale, perché anche il mirtillo contiene il manganese".
L'ananas costa meno, i pazienti lo gradiscono e il Policlinico
risparmia ogni anno 13 mila euro.
Ma non è l'unica iniziativa:
rimettendo mano ai servizi di ristorazione, logistica e pulizie sono
riusciti a tagliare i costi di due milioni e mezzo e a ridistribuire
ai dipendenti un milione, per esempio eliminando i piatti di plastica
e tornando a quelli di ceramica.
Se poi vogliamo vedere quanto
l’Italia può essere all’avanguardia nella sanità allora bisogna
andare a Pavia, dove un gruppo di fisici coinvolgendo 500 ditte
italiane ha realizzato il sincrotrone, una tecnologia che nel mondo
si può trovare solo in altri tre centri in Giappone, Cina e Germania
e cura i tumori radioresistenti. Pensate a un gigantesco
microonde, un anello di 80 metri di diametro che genera un fascio di
protoni o di ioni carbonio che percorrono la circonferenza un milione
di volte in mezzo secondo. Il carbonio richiede grandi macchine per
essere accelerato ma quando arriva a colpire la cellula tumorale è
tre volte più efficace dei raggi X.
Potrebbero interessarti anche :