Le decisioni shock dei neo-sindaci del Front National

Creato il 05 maggio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

     Scritto da Gabriele Ciuffreda   

Nella Francia di François Hollande, il Presidente meno amato nella storia repubblicana, e del nuovo primo ministro Manuel Valls, il meno socialista tra i socialisti transalpini, i sindaci del Front National di Marine Le Pen, vincitori alle ultime elezioni amministrative hanno cominciato ad attuare le loro politiche locali. Si parte con il coprifuoco per i minori di 13 anni, passando alla rimozione delle bandiere blu-stellate dell’odiata Unione Europea, arrivando alle riduzioni delle sovvenzioni alle associazioni di lotta al razzismo, tutela dei diritti.
Queste sono state le azioni, le proposte e i provvedimenti dei neo-sindaci eletti grazie all’exploit del partito di estrema destra alle elezioni di marzo. Alle urne, Marine Le Pen era riuscita a imporsi aggiudicandosi 14 municipi (alcuni anche al primo turno), aumentando esponenzialmente voti e consensi in tutto il Paese. Sopratutto nei comuni più colpiti dalla crisi, confermando il teorema del “partito autoritario nel momento della difficoltà”.

Così in questi giorni gli esponenti del partito fondato dal padre di Marine, Jean-Marie Le Pen, destano scalpore con le loro più eclatanti iniziative. In realtà semplici conferme del loro “credo” politico.
Il” Maire” (sindaco) di Béziers, Robert Mènard eletto con una lista civica, ma grazie al forte appoggio del Front National ha imposto il coprifuoco per i ragazzi al di sotto di 13 anni, se non accompagnati, dalle 23 alle 6 del mattino.

Più a sud, a Frejus David Rachline ha fatto rimuovere la bandiera dell’Unione Europea posta di fianco a quella francese sulla facciata del municipio. Lo stesso primo cittadino è riuscito a bloccare la costruzione di una sala di preghiera dedicata alla comunità musulmana della città.

Un altro obiettivo raggiunto dai membri della “fiamma tricolore” l’interruzione dei finanziamenti  alle associazioni a difesa dei diritti umani poste a lotta contro il razzismo, fenomeno cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni.  Attivisti “troppo vicini alla sinistra” dicono dal partito. In particolare a Henin-Beaumont, comune di 26.000 abitanti del nord vicino a Calais, è stata eliminata  la sovvenzione per l’affitto di un locale usato dalla Lega dei diritti umani (Ldh).

Crème de la crème, a Villers-Cotterets:  10.000 abitanti e luogo di nascita  del “padre” dei 3 moschettieri della letteratura francese Alexandre Dumas, un’ordinanza comunale ha eliminato le commemorazioni dell’abolizioni della schiavitù dai calendari cittadini.

Queste decisioni, eclatanti e anacronistiche per alcuni; giuste, doverose e risolutive per altri, certamente, sono un ottima mossa in vista delle elezioni per rinnovare il Parlamento europeo del 25 maggio. Azioni di questo tipo, indipendente dal proprio orientamento politico, appaiono estreme, assolutistiche e autoritarie. La strategia di Marine Le Pen è chiara: porsi come più moderata e razionale(almeno rispetto al padre) nei dibattiti pubblici e politici su base nazionale, e attuare politiche decisamente più “forti” a livello locale, dove poi ha raccolto fino a ora i risultati più visibili. Questo è traducibile, nel primo caso e con la visibilità della sua leader, nel cercare di raccogliere voti dagli elettori delusi dalla “blanda” destra transalpina, e confermarsi, coi suoi esponenti locali, nei confronti del proprio e più fedele elettorato anti-europeista, xenofobo e ultra conservatore.
L’obiettivo, rivelato dalla stessa Marine Le Pen è quello di arrivare ad essere il primo partito alle prossime elezioni politiche in Francia. La prima prova del nove per il FN saranno proprio le europee, dove i pronostici pare daranno ragione alla “bella signora”.


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