Le disse ti amo in un tramonto di stelle e la luna l’accompagnava lenta nell’esser di lei bellezza.
Le disse ti amo da tempo celato sotto coltri di capelli e sogni, travestito da risa e giochi d’amore.
Le disse ti amo distesi sulla pelle del mondo e i loro ricordi si fusero insieme in abbracci bambini.
Non ebbero occhi che per loro che da sempre s’erano cercati, toccati, sfiorati, nel buio nascosto del loro crescere; non ebbero mani che per i loro corpi che ardevano e di passione amavano nel bozzolo acerbo del passato.
Furono vivi.
Lo sapevano da quando erano nati, generati, della stessa natura dei fiordalisi, aggiustati di bianco per risplendere ad ogni bonaccia; lo credevano vero quando, le mani sugli occhi, giocavano a mosca cieca nei cortili di campagna.
Le disse ti amo, le disse ti amo da sempre, le disse siamo destinati, siamo uno, siamo due, siamo, sei, sono.
Le declinò il suo cuore e glielo donò.
Seppe per certo che lei lo avrebbe svelato e lo avrebbe custodito tra le sue mani e mai nessuno ne avrebbe avuto nemmeno un piccolo spicchio, che di quel cuore solo a lei lui donò i suoi segreti.
Lei
Lei raccolse mestizia e gioia e divenne cielo.
Chiara