Le dee perdute dell'antica Grecia: il mito di Gaia

Da Marialuisapesce @marialuisapesce

Emergo adesso dalla lettura di un testo del 1978, "Le Dee perdute dell'antica Grecia, della professoressa Charlene Spretnak che, insieme a Merlin Stone e Marija Gimbutas, ha posto le basi culturali per la riscoperta dell'antica religione della Dea: una ricerca, questa, che al tempo servì da sostrato filosofico per le lotte femministe e la rivendicazione dei diritti della donna.

Oggi queste energie hanno assunto toni meno violenti e ogni movimento per la conquista di un nuovo tassello passa maggiormente attraverso un lavoro di consapevolezza interiore prima ed intellettuale poi.

Un tempo abbiamo ragionato con le energie uraniane e il movimento hippie ha sovvertito oltre che scandalizzato la società dei benpensanti.

Oggi la rivolta è stata sostituita da un plutoniano lavoro di scavo interiore alla ricerca di abusi, nevrosi, traumi, rimossi. Trovo che nessuno dei due modelli sia preferibile all'altro, il tempo segue un'ascensione spiraliforme che tende a incidere all'infinito sugli stessi punti smussandoli a ogni nuovo passaggio.

Eppure queste donne che ho menzionato hanno onorato Plutone con il loro lavoro di scavo meticoloso sotto le macerie del tempo e le rovine della memoria. Quando si sono imbattute in una traccia insabbiata da dominazioni successive ( la cultura tende sempre a sostenere la memoria del vincitore) le segugie di Artemide hanno fatto ogni sforzo per non perdere la pista.

Le guerriere del movimento sono state Starhawke, Vicki Noble; queste donne, invece, hanno segnato la rotta consultando le carte nautiche e scrutando le stelle.

Nel libro "Le dee perdute dell'antica Grecia" troviamo una raccolta di miti legati alla religione preellenica, praticata dai Minoici prima e dai Micenei poi fino all'avvento dei Dori, che portarono con loro Dyeus Piter,il nostro Zeus, il primo Signore del cielo che quelle terre avessero mai conosciuto.

Tutte le dee che in seguito divennero mogli gelose, donne di facili costumi, fanciulle immature o guerriere mascoline nate dalla testa del padre, ritrovano in questo testo la loro collocazione originaria e la loro centralità antropologica e culturale.

I guerrieri scesi dal Nord non poterono domarle tutte: Ecate rimase oscura signora dei crocicchi e della magia, ma venne tacciata come strega; Demetra e Kore poterono ancora celebrare i loro misteri, benché Ade spuntasse dalle profondità della Terra per rapire la Fanciulla divina in nozze sacre; Atena non accettò mai di sposarsi; Vesta rimase il Fuoco più sacro su cui giurare.

Tempo fa ho postato un articolo sulle grotte come luoghi legati al vaticinio e, in modo assai contorto, all'Arcangelo Michele e alla Vergine Maria, spiegando come già un tempo Apollo uccidesse Pitone a Delfi per impossessarsi dell'oracolo.

Riporto qui di seguito uno stralcio del mito di Gaia, così come lo ha ricostruito storicamente la Spretnak, come traccia fondamentale di cosa fu invece un tempo la profezia legata alla Terra

[...]Nonostante la loro prosperità, i mortali si preoccupavano costantemente del futuro. Dapprima Gaia ebbe l'impressione che fosse una loro divertente eccentricità. Ma quando vide che l'angoscia per il futuro rischiava di logorare alcuni suoi figli, inviò loro un oracolo. Sulle colline del luogo da essi chiamato Delfi, la Dea suscitò vapori che affiorarono dal suo mondo sotterraneo e si diffusero attraverso una fenditura nella roccia ad avvolgere la sua sacerdotessa. Gaia istruì la prescelta sui modi per entrare in trance e su quelli per interpretare i messaggi provenienti dall'oscurità della terra, suo grembo. I mortali intrapresero lunghi viaggi per consultare l'oracolo e domandare se la nascita di un figlio sarebbe stata accompagnata da buoni auspici o se il raccolto sarebbe stato abbondante o se la caccia avrebbe procurato una quantità sufficiente di selvaggina o se una madre sarebbe sopravvissuta alla malattia di cui soffriva.

E Gaia fu così commossa da tutte le loro pene che inviò altri prodigi rivelatori del futuro ad Atene e a Aegae.

Incessantemente la Madre Terra dispensò doni sulla sua superficie e accolse i defunti nel proprio corpo. In cambio fu riverita da tutti i mortali. Come offerte a Gaia, focacce d'orzo e miele venivano lasciate nella cavità della terra prima della raccolta delle piante. Molti suoi templi furono costruiti vicino a profondi dirupi, dove ogni anno gli uomini offrivano focacce dolci al suo grembo. E dall'oscurità dei suoi segreti Gaia accolse i loro doni.

Le foto sono state scattate dall'autrice nell'area dell'Heraion di Paestum (Sa).


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