Ieri sera, nell’alloggio (completamente distrutto) all’ultimo piano di corso Regina Margherita 162, l’ennesimo litigio. I vicini erano abituati alle intemperanze di Ferrero, spesso in preda a crisi di violenza, e non solo nei confronti della moglie. Lo sentivano urlare e spesso gli scontri in famiglia avvenivano sul balcone, sotto gli occhi di tutti. Più volte erano già intervenuti polizia e carabinieri, per cercare di calmarlo, di riportarlo alla ragione.
Negli ultimi tempi, dopo una breve pausa, le liti fra i due sono riprese con violenza. Senza una ragione precisa. «Discutevano su tutto - raccontano adesso i vicini sotto choc - anche sulle questioni più banali: ogni pretesto era buono per scatenare l’inferno. Lui la picchiava anche in strada, senza minimamente preoccuparsi di farsi vedere. Forse il suo stato, sempre più nervoso e intollerante, era provocato dall’alcol». Da uno scontro all’altro, in un crescendo drammatico di violenza. Sino all’epilogo. Ieri notte l’uomo ha deciso di vendicarsi del tentativo della moglie di resistere alle sue violenze; ha cosparso di un liquido combustibile le tende e ha dato fuoco.
Il tessuto acrilico è bruciato in modo velocissimo e con estrema violenza. Le fiamme si sono poi estese ai mobili, investendo in pieno la donna, rimasta ustionata in modo atroce all’addome e al viso. Un densa colonna di fumo nero è uscite dalle finestre e finalmente i vicini hanno dato l’allarme. Due squadre di vigili del fuoco, a mezzanotte, avevano già concluso l’intervento. Nella casa, coscienti ma raggiunti dalle fiamme, c’erano i coniugi.
La prima a essere soccorsa è stata Emanuela Biglia, subito trasferita al pronto soccorso del Cto e infine nel reparto destinato agli ustionati. La prognosi è riservata e le sue condizioni, in serata, si sono aggravate. Ha riportato ustioni profonde, anche per il contatto tra la pelle e le tende.
Sono intervenuti gli agenti della volante del 113 che hanno ricostruito, per ora solo in parte, la dinamica del rogo. C’è da chiarire se Ferrero, oltre alle tende, ha cosparso di combustibile anche la donna. In questo caso l’accusa si trasformerebbe in tentato omicidio. Oggi sarà di nuovo sentito dagli inquirenti. «Abbiamo litigato e volevo solo fare un gesto dimostrativo - ha detto agli agenti - certo non uccidere o far del male a nessuno».
Intanto, arrivano nuove testimonianze sulla «guerra dei Roses» in atto nel fabbricato di corso Regina Margherita. «Lui aveva persino tentato di entrare nella casa di un vicino, completamente ubriaco. Era scontato che, prima o poi, sarebbe accaduto qualcosa di grave».