Dal primo di ottobre i rincari sull’energia sono andati ad aumentare la spesa annua degli italiani, anche se non per tutti allo stesso. Infatti, mentre il prezzo dell’elettricità è uniforme per legge in ogni regione italiana, per il gas, essendo un servizio molto più legato alle reti locali di distribuzione, non ha una tariffa unica nazionale e il peso della bolletta varia da regione a regione, con differenze che arrivano a toccare circa 200 euro all’anno.
Il portale web di comparazione tariffaria certificato da Agcom, Supermoney, ha redatto la classifica delle regioni dove la bolletta del gas è più salata. Tra le regioni più tartassate troviamo la Calabria, il Lazio e la Liguria, mentre gli utenti più fortunati sono quelli del Trentino, della Lombardia e del Friuli. L’analisi prende in considerazione il costo stimato del gas, con la tariffa di maggior tutela in vigore dal primo ottobre, per un consumatore che ne utilizzi 1.400 metri cubi all’anno.
L’Authority per l’energia elettrica e il gas, spiega che questo divario fra una regione e l’altra del prezzo finale del gas al consumatore è dovuto a quattro componenti: costi di distribuzione, di trasporto, accise (imposte sul consumo) e addizionali regionali. Le differenze evidenziano soprattutto la necessità di investimenti nelle reti da parte di aziende e amministrazioni. Sia l’accise che l’addizionale regionale si pagano in relazione alla quantità di energia consumata. A queste, infine, viene conteggiata anche l’Iva, che è applicata sulla somma di tutte le voci della bolletta.
A poi far oscillare il prezzo del gas si aggiungono i costi dei servizi di rete, ovvero tutte le attività che consentono alle imprese di vendita e di distribuzione di trasportare il gas fino al contatore del clienti.