Le dimissioni annunciate dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi , subito dopo l’ approvazione in parlamento della legge finanziaria 2012, ha aperto un nuovo e, se vogliamo, sorprendente capitolo della politica italiana. La maggioranza di centro destra si è dissolta nel giro di poche ore - a termine di un processo di disgregamento durato, in realtà, alcuni mesi – a colpi di astensioni, passaggi da una parte e dall’ altra, dietro front, tradimenti e quanto di più “consueto” ci sia nella consolidata pratica politica italiana. Termina oggi una lunga stagione politica, il berlusconismo, che lascia in eredità (ma non è l’ unica responsabile) il tradimento degli ideali liberali – ereditati dalla defunta democrazia cristiana e incanalati dal premier come serbatoio ideologico del proprio consenso politico - e l’ enorme debito pubblico, cresciuto vertiginosamente fino alla spaventosa cifra di 1990 miliardi di euro. La reazione che arriva dall’ Europa è ancora più preoccupante. Non solo, come è noto, il Fondo Monetario Internazionale e la Bce hanno avviato uno stretto monitoraggio del nostro paese riguardo la messa in atto degli impegni contratti a Bruxelles ma soprattutto l’ Italia appare isolata. Isolata dalle principali iniziative europee, isolata dalla gestione della crisi economico – finanziaria, isolata circa il comportamento delle nostre banche in seno al sistema europeo. La verità è che l’ Italia non è più credibile nel consesso della comunità internazionale. Un paese alla periferia di un’ Europa, che sta denunciando, anch’ essa, segnali di forte preoccupazione. Il monitoraggio dell’ Italia, il fondo per salvare la Grecia dal default, hanno l’ aria di essere provvedimenti non tanto europei ma franco- tedeschi. Bisogna riconoscere che attualmente l’ Europa si identifica con la Francia e la Germania e, soprattutto, con i loro istituti bancari e di credito. Sono questi ultimi che tengono ancora in piedi l’ Europa. Sono le banche tedesche, per esempio, ad aver salvato la Grecia dal tracollo finanziario accettando di smaltire i capitoli tossici ellenici, gonfi del debito pubblico greco. In tutto questo, l’ Italia è un paese che si accoda, supinamente, a un’ Europa costituita dalle banche non da Stati e, quindi,da cittadini. Un tradimento epocale di quella lungimirante idea dei suoi padri fondatori: una confederazione unitaria, un luogo della mente su scala continentale. Le dimissioni di Berlusconi possono rappresentare un’ occasione per il rilancio dell’ Italia. Il primo passo è la costituzione di un governo di solidarietà nazionale, la cui formazione dovrà necessariamente avvenire sotto la guida autorevole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Un governo che, includendo tutte le forze politiche, consenta l’ avvio di quelle misure anti – crisi per le quali l’ Italia si sta giocando la reputazione di paese credibile. Secondo fine del governo di solidarietà nazionale: prepare il terreno alle prossime elezioni con una riforma elettorale equa e pienamente democratica. Altrimenti, si corre il rischio di presentare all’ Europa un’ Italia non solo abulica e discreditata ma, soprattutto, il possibile guazzabuglio di un “governo tecnico”, esemplificativo dell’ assenza di un classe politica inadeguata ai bisogni dell’ Italia.
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Le dimissioni del Cavaliere, l’ Europa scettica, il “default” della classe politica italiana
Creato il 08 novembre 2011 da AngelPossono interessarti anche questi articoli :
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