Ho ripescato un vecchio articolo del blog dove, tramite un pezzo di Libero, si paventava una possibile futura dimissione di Ratzinger dal Soglio Pontificio. Si era parlato dell’aprile scorso, al compimento degli 85 anni di età. Probabilmente queste erano le sue intenzioni ma lo scandalo nella Chiesa, il Vatileaks, ha ritardato la decisione finale.
Le dimissioni di Ratzinger segnano comunque una svolta nella Chiesa Cattolica. Il suo gesto potrebbe essere rivoluzionario, un salto di qualità, un atto di modernità, in una Istituzione, la Chiesa, tanto antica quanto ‘vecchia’.
L’immagine dell’ultima parte del pontificato di Giovanni Paolo II, distorta, ricurva, penosa, un uomo finito, incapace e ‘usato’ come simbolo dagli ecclesiastici è stato un qualcosa di spiacevole e che Benedetto XVI non ha voluto ripetere.
Non un atto di debolezza quindi, ma di coraggio e di libertà.
Allo stesso tempo una mossa del genere potrebbe dare spazio ad un periodo di rinnovamento nella Chiesa. Se il Papa si dimette, rompendo una consuetudine quasi millenaria, chi fermarà le istanze di riforma in seno alle istituzioni cattoliche rispetto a temi centrali nella società come le unioni civili, il divorzio, l’uso dei preservativi ed il testamento biologico? Quanti membri della Chiesa, vicini ai penseri progressisti e da sempre isolati per via della loro idee, potranno trovare il coraggio per proporre un cambiamento?
Le dimissioni di Benedetto XVI rappresentano un qualcosa di non completamente comprensibile, la portata di tale scelta si capirà solo negli anni futuri, in base agli effetti che essa produrrà negli ambienti cattolici.