Ho ricevuto questa lettera da Muffin, alias LaGattaBigia, in cui mi racconta della (dis)avventura ferroviaria che lei e soprattutto la sua umana hanno avuto un po’ di tempo fa. Probabilmente la simpatica gattina è stata aiutata dalla sua umana NonnaSo a scriverla, perché lei, con le sue zampette, non è tanto pratica con le tastiere del computer.
Cara Vita da Pendolare…
come promesso sono qui con un po’ di tempo a raccontarti cosa è recentemente successo alla mia umana e di cosa sono state testimoni le panchine (beh, veramente le piastrelle del binario di partenza, visto che di panchine qui ce ne sono ben poche) della stazione da cui ogni tanto ancora partiamo verso casa dei suoi genitori…
Premetto che viaggio sempre con la mia umana, standomene comodamente acciambellata nella mia sacca da viaggio imperiale. Per un attimo ho avuto il dubbio che fossi stata io a fare la conquista… e invece no.
È stata lei, lei che odia il pendolarismo anche se ormai ne è raramente afflitta, lei che odia i marpioni e la marpioneria, le scuse di abbordaggio patetiche, gli sconosciuti che approfittano della ristrettezza dei posti sul treno per buttartisi addosso o importi una conversazione meno che mai brillante, lei che odia insomma l’umana natura che circola di questi tempi, su questi mezzi, in questo mondo.
Sì, lei, lei che odia i francesi, è stata abbordata proprio da un francese di mezza età, con la patetica scusa di chiederle a che binario partiva il treno per XXX (domanda posta esattamente SOTTO il pannello elettronico che indicava il treno per XXX) – che si è avventato a buttare giù la telefonata che stava facendo non appena l’ha vista (?) in attesa sulla banchina.
E che poi ci ha seguite, non contento fino a dove lei si è seduta, coinvolgendola in un quantomeno tedioso viaggio di 40 minuti in cui:
- le ha raccontato mezzo in francese e mezzo in italiano sciroccato delle vecchissime barzellette su Andreotti;
- le ha confessato che noi italiani siamo tutti antipatici perché non appena uno si avvicina lo guardiamo diffidenti e ci allontaniamo senza aiutare/fornire informazioni/permettergli di attaccare bottone (devo ricordarle di fare come tutti gli altri italiani, e non dare corda agli sconosciuti… );
- ha continuato a ripetere che gli italiani sono tutti mafiosi, che i politici sono tutti mafiosi, e che gli italiani sono tutti stupidi perché votano politici mafiosi e perché non sono riusciti a colonizzare più paesi che la Libia, mentre i francesi loro sì che hanno colonizzato l’Africa che conta;
- per il resto del tempo si è sbizzarrito nel raccontare l’invidia del parcheggiatore a cui ha lasciato la sua lussuosissima, grandissima, fichissima macchina (piena di documenti di lavoro e che perciò non è stata portata “in viaggio” per quel breve intermezzo, ma mollata bellamente a Milano, chiusa in tutta sicurezza in un parcheggio sotterraneo, ma monitorata tramite GPS – che ci è stato prontamente mostrato più volte);
- infine le ha chiesto il numero di telefono, e ha insistito per provare che fosse veramente il suo numero di telefono, per poi tartassarla di telefonate su quando si sarebbero rivisti… salvo poi desistere quando lei gli ha comunicato precisamente di avere un fidanzato (gliel’ho detto che ha sbagliato a dare il numero, ma lei temeva che continuasse a insistere all’infinito, lì in mezzo a tutti, se gli diceva di no…in fondo è più comodo sparire e, semmai, non rispondere o cambiare numero… che prenderle da un francese di mezza età pazzo e con le crisi maniaco imperialistiche… no, no, non mi ha convinto, ha sbagliato e basta).
Ma ora io ti chiedo, cara pendolare umana di questa era… anche a te è capitato di essere marpionata in tal maniera? Come fate a sopportare certi individui? Una roba da brividi, menomale che sono una gatta.
un caro “miao” a te e a tutti i tuoi lettori
Muffin, LaGattaBigia
Nota: Ringrazio NonnaSo per essersi prestata a questo improvvisato gemellaggio di blog. Ecco qui i link ai suoi blog, dategli un/occhiata se non li conoscete, sono proprio simpatici!
e, ovviamente