Probabilmente non erano nemmeno state considerate dal famoso naturalista britannico dell'800 Charles Darwin. Ma è stupefacente constatare come le sue brillanti teorie trovino un perfetto accordo in qualsiasi ambito della realtà lo si voglia applicare, pure nelle discoteche moderne, a dimostrazione di come le sue scoperte hanno validità generale.
Ma i fatti, anzitutto. La cronaca riporta di un povero ragazzo di 19 anni che durante la notte del 1° maggio ha avuto un malore mentre ballava. Il fatto è accaduto all'interno della discoteca Bolgia, nel bergamasco. Trasportato subito in ospedale, è sopraggiunta la morte poco dopo. Nei giorni successivi è stata poi sospesa per un mese la licenza al titolare del locale. Dall'autopsia è risultato, guarda caso, un abuso di droga.
Droga in discoteca? Chi l'avrebbe mai detto. Subito molte testate giornalistiche ed alcune trasmissioni tv hanno dedicato intere puntate sul tema della movida nel mondo dei giovani. Come quella trasmessa su canale 5 a "Matrix", nella quale viene raccontata la commovente storia di una certa Kristel che, nel 2008, allora diciannovenne, subì la stessa sorte in una discoteca sempre nel bergamasco. Per voce della madre ancora provata, e che chiedeva pateticamente pietà e compassione, viene spiegato che la ragazza aveva acqusitato da un pusher (poi arrestato) una delle cosiddette "pasticche dello sballo", subendo ben presto le sue inaspettate e gravissime conseguenze. Inutile sottolineare le solite manfrine in studio ed i servizi sdolcinati e strappalacrime sulla vicenda.
Premettiamo subito, a scanso di equivoci, che non si vuole sminuire il fenomeno dello spaccio nei luoghi del divertimento notturno. Senz'altro è un problema che va affrontato in maniera diretta con leggi e controlli molto frequenti, a discapito di quanto avviene oggi e di quanto permette la legislazione italiana vigente. Ma, detto questo, l'interpretazione di queste vicende è tremendamente semplice.
Nella sua opera "L'origine delle Specie", che costituisce una delle maggiori conquiste nella storia scientifica, Darwin parlava, in breve, di selezione naturale, ovvero del meccanismo con cui avviene l'evoluzione delle specie. Nella lotta per la sopravvivenza, la spunta chi è più adatto. Ora, nella nostra società come in tutti gli habitat naturali, sono presenti pericoli e avversità. Sta poi all'esemplare di turno dimostrare, per la salvaguardia della propria vita, se è in grado di affrontarle o meno.
Un giovane, maggiorenne per giunta, che in sequenza: decide di recarsi in un luogo notturno trasgressivo, decide (probabilmente) di ubriacarsi fino al limite ma che, soprattutto, decide di acquistare e consumare ignote e tremende pasticche presso uno sconosciuto - ben sapendo a cosa poteva andare incontro - e poi muore; beh, non dovrebbe più stupire, alla luce delle considerazioni di Darwin.
Questi giovani hanno mostrato una scarsa lucidità mentale e di intendimento, una certa sprezzante sottovalutazione del pericolo e della realtà, ed evidenziato un'intelligenza a dir poco limitata: la natura ha poi semplicemente fatto il suo corso. In questa società non c'è posto per chi non è adatto alla sopravvivenza. La selezione naturale ha così provveduto, così come lo fa da sempre, ad eliminare esemplari come questi.
Evitiamo pertanto la patetica abitudine di piangere addosso a questi stupidi, e di continuare a farli passare come vittime. Non sono altro che vite stroncate per il miglioramento della nostra specie. Se è vero che ognuno è artefice del proprio destino, hanno fatto la fine che si meritano. Chissà oggi come se la riderebbe compiaciuto il nostro naturalista britannico, nel vedere l'ennesima conferma delle sue straordinarie teorie.