Davide de Lentinis: a mio modesto parere no. C'è da dire che la star delle iene ora nel suo ultimo viaggio nel Salento è andata a intervistare gli agricoltori del brindisino dove anche il co.di.ro non ha manifestato la sua violenza come nel Salento leccese. Michele Trotti: Se pur le ricerche non siano state ancora condotte a termine, ciò che emerge dalle diverse sperimentazioni in atto (Scortichini, Carlucci) è una remissione sintomatologica accompagnata, come ha evidenziato Scortichini, da una ridotta virulenza del supposto patogeno e dalla riduzione della sua presenza nei supposti vettori. Modalità e protocolli attraverso cui si è giunto a tale risultato sono stati anticipati nel corso di iniziative pubbliche e saranno oggetto quanto prima di specifiche pubblicazioni scientifiche. Tali sperimentazioni sono state esperite nell'ambito della zona infetta. Se a tanto si aggiunge che ad oggi, nonostante le prove in atto, non risulta ancora dimostrata la patogenicità della Xylella e tantomeno sono confermati i caratteri di vettore del Philaenus spumarius, se si aggiunge ancora che si è posto in essere un protocollo di estirpazione degli alberi privo di qualsivoglia validazione scientifica, ne emerge un quadro complessivo che dovrebbe indurre ogni tecnico addetto ai lavori ad abbandonare convinzioni ed emozioni personali a carattere soggettivo e valutare i fatti solo ed esclusivamente sulla base delle evidenze oggettive fino ad oggi emerse. Nulla di più, ma nulla, nulla di meno. Davide de Lentinis: tipo queste per esempio? (foto)
Davide de Lentinis: Trotti, questo è un leccino vivente e
produttivo in un oliveto di 3,5 ha (foto)
Michele Trotti Sì, senza alcun pregiudizio alcuno, se
trattasi di una foto (la prima) riferibile agli alberi su cui sono state
condotte le sperimentazioni cui ho fatto riferimento. Se così non è, resta
quanto ho premesso.
Davide de Lentinis: Non credo che siano oggetto di
sperimentazione alcuna.
Michele Trotti Ciò non inficia quanto da me asserito. De
Lentinis, non ho certezze ma mi infastidisce non poco sentir contrabbandate per
tali quelle che a ben vedere certezze non sono. Ne ho citate alcune. Ho sempre
ritenuto che il tema sia estremamente complesso, riferibile a un complesso di
fattori, e pertanto poco si presta a semplificazioni, richiedendo invero un
approccio scevro da "appartenenze" e "posizionismi" che
sono e devono restare estranei al confronto tecnico/scientifico. Sono
certissimo che tu convenga con me su tale considerazione. Per il resto, ogni
diversità di opinione è legittima.
Davide de Lentinis L'unica certezza è che in gran parte del
Salento leccese gli alberi stanno morendo........venga a vedere con i suoi
occhi.
Michele Trotti Conosco bene la situazione. Ho fatto
riferimento agli esiti incoraggianti, se pur parziali, di due sperimentazioni e
quanto da me asserito (l'evidenza di una remissione sintomatologica) è
riferibile per il momento solo agli alberi oggetto di tali ricerche. La ricerca
in atto potrà confermare o meno la bontà di tali protocolli di intervento e la
possibilità/opportunità di estenderne l'applicazione. P.S. mi scuso con il
Dott. A. Bruno per lo spazio occupato.
Caro Dott. Trotti è da sempre che noi tecnici stiamo
affrontando la questione tenendo conto delle nostre osservazioni dirette che
sono relative a un disseccamento molto accentuato nel Salento Ovest molto meno
accentuato nel Salento Est oltre che ad una osservazione di olivi che con una
progressione davvero impressionante disseccano sulle vie di comunicazione dell’Ovest
Salento (da Ugento a Gallipoli verso Porto Cesareo) e tendendo conto altresì
dell'assenza di pubblicazioni scientifiche che dimostrino come corrispondenti
alla realtà dei fatti, le varie ipotesi oggi in campo, anche se vi è da
aggiungere che l’unica ipotesi che spiega le osservazioni fatte è quella dell’infezione
del batterio tramite l’insetto vettore. Inoltre nel Salento leccese si osserva
una diffusa indifferenza della stragrande maggioranza dei proprietari del Paesaggio
rurale unitamente a un attivismo militante di tanti innamorati del territorio.
Gli unici ad essere seriamente allarmati è quella parte dei
9mila Imprenditori agricoli a titolo principale che hanno investito in questi
anni nell'olivicoltura ottenendo un reddito altissimo.
La popolazione della Provincia di Lecce è di 850mila
abitanti quindi i 9mila Imprenditori agricoli rappresentano solo uno sparuto
gruppo dell'1% della popolazione.
Manca la presa di posizione del restante 99% della
popolazione.
Per dirla tutta si muovono in maniera disarmonica e senza nessun coordinamento parte dei 9mila imprenditori e uno sparutissimo gruppo di qualche decina o al massimo un centinaio di attivisti autodefinitisi “Popolo degli ulivi” in tutto giungendo a qualche migliaio di persone che si sono distinte sin qui per le posizioni diversissime e per un antagonismo da tifoserie che numerose volte ha sfiorato la rissa. Questa rissa ha MONOPOLIZZATO la questione degli ulivi mentre gli 850mila abitanti della Provincia di Lecce se ne stanno a casa loro e soprattutto i 250mila proprietari del Paesaggio rurale non prendono alcuna iniziativa. Ecco perché non intervengo, perché si rischia di creare ancora più confusione. Grazie di aver scritto sul mio diario, lo faccia sempre, mi fa immensamente piacere. Condivido ogni parola che ha scritto!
