Magazine Psicologia

Le domande da farsi

Da Andreaben
Telegraficamente: ho 37 anni, lui, Michele, stessa età mia. 3 mesi scarsi d'amore d'accordo, intesa splendida in tutti i campi, facciamo conoscere i genitori, poi a luglio decidiamo di convivere a casa sua. Nel giro di un paio di giorni lui cambia faccia: insofferente, svogliato, si attacca a ogni piccolo pretesto per fare polemiche. Ho cercato ostinatamente il dialogo, ho provato a chiedere con tutti i registri cosa non va e mi dice tutto bene, che è solo un momento e che passerà. Me lo dice ormai da un mese e non sta affatto passando, a volte mi sembra addirittura che se prendessi e me ne andassi via di casa sarebbe felice. Mi dite PERCHE' fa così? PERCHE' fa scena muta di fronte ai problemi, è così difficile parlare civilmente di quello che non va? PERCHE' SEMPRE in un modo o nell'altro le mie storie finiscono così, ammesso che sia finita? Che cos'ho che non va? Scusate lo sfogo, ma alla soglia dei 40 comincio a essere stufa di lottare.
Sara
Cara Sara,
vorrei partire dalle domande che concludono il tuo messaggio. Potrebbero stare in un manuale di coaching come esempi di quelle che noi chiamiamo "domande di giudizio". Che cos'è una domanda di giudizio? Come dice il nome, è un modo per esprimere la tua opinione negativa della situazione. La tua delusione è più che legittima e hai tutto il diritto di gridare la tua insofferenza, ma il problema è che, una volta che l'hai fatto, le cose non cambiano. Le domande di giudizio, per loro natura, non ci offrono delle soluzioni. 
Per cercare delle soluzioni dobbiamo cambiare prospettiva e porci delle domande diverse: le chiamiamo "domande di evoluzione". Che cos'è una domanda di evoluzione? E' una domanda che ci aiuta valutare le opzioni disponibili, a confrontare gli scenari e a immaginare una controffensiva. Per esempio: "Con quali azioni ho tentato di risolvere questo problema?"; "Quale è stato il loro risultato?"; "Che cosa potrei fare ancora?"";"Quali dovrebbero essere le mie priorità?" ...
Applichiamolo al tuo caso: hai provato a dialogare, non ha funzionato. Puoi trarne un insegnamento: quello che funziona per te non necessariamente funziona con un uomo. Non a caso è una delle prime cose che spieghiamo nei nostri corsi
Dici che sei stanca di lottare contro gli uomini? Benissimo, trasformiamo questo concetto in una domanda di evoluzione: su che cosa hai lottato in questi anni? In qualche occasione avresti potuto affrontare il problema in maniera diversa? Potresti farlo questa volta? 
Chieditelo, poi prova a tradurre le tue risposte in ipotesi di azione. Ogni scenario alternativo merita la tua considerazione, a cominciare da quello che sembri non voler prendere nemmeno in considerazione quando dici che lui sarebbe forse felice se tu prendessi e te ne andassi via. Perché non considerare questa ipotesi, almeno per una momentanea pausa?
Un saluto,
Andrea

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