La storia del suffragio femminile è stata lunga e spesso dolorosa, per troppo tempo purtroppo l’opinione pubblica, quella maschile, ha coccolato l’opinione che le donne non avessero idee politiche, non fossero in grado di scegliere e, tanto meno, di essere elette.
Il clima di rinnovamento che si respirava n Italia dopo la dittatura fascista e la seconda guerra mondiale portò a considerare l’idea che anche le donne potessero votare, anche perchè, come era già successo durante la Grande Guerra, anche nel secondo conflitto mondiale le donne hanno dovuto sostituirsi agli uomini nelle attività produttive, ma soprattutto hanno partecipato alle azioni belliche e alla Resistenza e, come e forse più degli uomini, hanno sofferto sulla loro pelle gli orrori della guerra e per questi motivi le donne hanno trovato una nuova consapevolezza, una maggiore autostima, un desiderio di assumersi le proprie responsabilità che, nell’immediato dopoguerra, hanno portato ad un acceso dibattito sul diritto di voto.
Il 30 gennaio 1945 il consiglio dei ministri, come ultimo argomento, discusse del voto alle donne. La maggioranza dei partiti si dimostrò favorevole al provvedimento e il 31 gennaio 1945 venne emanato il decreto legislativo che conferiva il diritto di voto alle italiane che avessero almeno 21 anni (la maggiore età a quell’epoca).
Molti ricordano che fu il 2 giugno 1946 il giorno in cui le donne furono chiamate al voto per il referendum istituzionale e le elezioni politiche, ma forse non tutti sanno che la prima volta in assoluto furono le elezioni amministrative del 10 marzo 1946.