di Iannozzi Giuseppe
Le donne amano i fascisti, o le teste di cazzo che dir si voglia: ci vanno a nozze, tranne poi divorziare, chiedere gli alimenti e strappargli le palle, perché una volta (di nuovo) libere si fanno l’operazione e diventano uomini con l’utero e partoriscono pure un altro disgraziato che non capirà un emerito cazzo di politica e di sesso e di come sia stretto detto legame; non a caso la destra va a puttane e la sinistra a trans.
Chiaramente questa è filosofia spicciola, buona nemmeno per un Bignami di seconda mano, per cui è forse più vero dire che le donne – dopo aver provato il fascista e il comunista convinto ed aver divorziato da entrambi dopo ripetuti pestaggi e denunce, pianti e ospedali – alla fine mettono la testa a posto con quei tipi un po’ così e così, che non sono né di destra né di sinistra (o anarchici). Una donna matura, alla fine, si accasa con uno del centro, che non è né carne né pesce e che però è un gran bastardo (machiavellico) con le mani in pasta, che la domenica va a messa e stringe la mano a tutti perché nella vita non si sa mai.