Guardate questo video
Si tratta del lancio dello spot promosso dall’instancabile e puntuale
Laboratorio per la parità volto a sensibilizzare e riportare al centro dell’attenzione la questione cruciale della condizione delle donne a lavoro, lavoro la cui esistenza è purtroppo tutt’altro che scontata.
Lo spot, come potete vedere, mostra una serie di situazioni tratte da contesti professionali: uomini che si siedono sulla sedia su cui una donna è già seduta, come lei fosse invisibile, come se lei non esistesse. Uomini che prevaricano, prendono una bottiglia dalla mano della collega, la interrompono durante una presentazione prendendo parola al suo posto, fingono di non vederla pur nello spazio ridotto di un ascensore, mentre parlano di calcio con il collega uomo. Alla fine una voce maschile dice: ” Le donne, continuiamo a sederci sopra di loro o cambiamo davvero?” .
Uno spot ironico che non riesco a definire divertente perché la componente di realtà e verosimiglianza raccontata in queste scenette non mi permette di vederle come innoqui frammenti di una sitcom televisiva. Questa componente di realtà mi ricorda troppe scene viste e vissute e aggiungerei tra l’altro che l’eco di veridicità dello spot arriva purtroppo anche a episodi tranquillamente ascrivibili anche a contesti non lavorativi: quante volte si ha l’impressione che, durante una cena (anche fra amici), interrompere e contraddire con tracotanza una donna sia più facile e socialmente accettato? Perché le donne vengono spesso zittite, messe ai margini o svalorizzate con battute che abbassano i livelli della conversazione distogliendo l’attenzione dai contenuti? Vi capita mai di riscontrare questa sorta di coercizione dialettica tra uomo e donna?
Ma , per tornare al tema donne-lavoro, visto che lo spot in questione viene diffuso in Francia, mi chiedo: ma l’Italia? Qualcuno si è accorto che il tasso di occupazione femminile nel nostro paese rappresenta un dato spaventosamente allarmante?
Avete letto questo articolo o molti altri che trattano questa spinosa questione? L’Italia è il fanalino di coda dell’Europa, dietro di noi in tema di occupazione femminile c’è solo Malta (dati Istat) .
Chi è che si rende conto di cose sognifichino questi dati? Credo da noi (voi) ci sia un enorme problema di percezione della realtà. Anche qui, come in ogni paese europeo, la parità non è stata affatto raggiunta. Ma almeno se ne parla.
Vedere uno spot che affronta questo tema può sensibilizzare, può aiutare giovani e vecchi (e sono gli adulti ad averne più bisogno!) a essere consapevoli di una situazione di disuguaglianza uomini – donne, disuguaglianza che è un dato di fatto e che va combattuta.
Ben vengano le quote rosa se sono l’unico strumento che può tutelare i nostri diritti, ma l’educazione dei nostri amici e colleghi? Chi può ri-educarli e renderli consapevoli della fatica che facciamo per valorizzare le nostre competenze e trovare un posto in questa società maschilista? Con questa campagna il Laboratorio per la parità promuove inoltre la petizione per il Patto per la parità: guardate qui e scaricate, se volete saperne di più, il dossier in pdf rivolto alla stampa. Non solo uno spot quindi, ma una campagna di sensibilizzazione promossa per un’azione concreta, attraverso una raccolta di firme e un manifesto di intenzioni.
Nonostante abbia trovato sul web qui e là qualche critica, devo dire che quando ho visto questo spot sono rimasta piacevolmente sorpresa e sollevata. Perché:
• Parte da un dato di fatto oggettivo, che la parità non sia stata raggiunta non è un opinione ma un dato reale ogettivo.
• si rivolge agli uomini, sottolineando la loro responsabilità in materia
• apporta, con ironia, maggiore consapevolezza sul tema della prevaricazione e del mobbing che viene esercitato sulle donne negli ambienti di lavoro
• sottolinea con immagini semplici ma efficaci la difficoltà delle donne ad uscire da una condizione di prevaricazione e coercizione
• lancia un appello volto al cambiamento dato dal buonsenso dell’individuo, del singolo che compone la collettività
Quello che mi turba è però vedere per l’ennesima volta immagini di donne sottomesse e maltrattate. Non ne posso più. Vorrei, anziché continuare a dire che cambiare le cose è possibile, visualizzare il cambiamento, visualizzare come le cose dovrebbero e potrebbero essere. Sinceramente chiederei alle pubblicità, alle TV, per educare e sensibilizzare, di mostrare come potrebbe essere una società civile e paritaria.
Mi rendo comunque ovviamente conto che in questo caso la comunicazione, rivolta agli uomini, lancia proprio a loro un messaggio preciso e quindi la strategia sottesa a queste immagini forse è proprio quella di sottolineare ciò che, talvolta, dagli uomini non viene percepito.
Ma sull’ingenuità di certi uomini che prevaricano e emarginano le colleghe donne senza accorgersene, beh, lì sinceramente mi sentirei di affrontare il problema con molta meno ingenuità. A molte lobby maschili, figlie di un atavico e solido patriarcato maschilista, fare lo sgambetto alla donna in carriera, emarginarla, renderla oggetto di mobbing o fingere che sia invisibile torna comodo, diciamocelo dai. Non siamo in un mondo di ingenui tontoloni.
A questo proposito vi riporto una frase (che condivido e traduco) scritta da Sandrine Goldschmidt nel suo blog che seguo con attenzione. Si tratta di un passaggio tratto da un post in cui commenta proprio questo spot.
Quindi, tornando a questa campagna, secondo me dovrebbe essere una donna a prendere la parola, parlare, prevenire e avvertire questi signori: “ Le donne, smettete di sedervici sopra o dobbiamo cacciarvi noi a calci in culo?”
Un po’ lo spirito di questa foto che alcuni non mancheranno di trovare violenta, ma che ha il merito di mettere le cose…..in termini di rapporti di forza. E’ lo stesso spirito delle donne in sari rosa di Sampat Pal in India: dateci i nostri diritti o assaggerete i bastoni!
E’ l’ultimo avvertimento: cambiate o vi obbligheremo a cambiare!
Ecco, ho cambiato canale. Hai bisogno di altro fintanto che sono in piedi?
Non amo le minacce, meno che meno quando alludono ad azioni violente a cui sono fermamente contraria. Ma di una cosa sono certa: rivendico parità di diritti e credo che sia ora di smetterla di accettare compromessi. Tolleranza zero!
PS: Lo spot per la televisione è inoltre accompagnato da una serie di immagini che deduco verranno utilizzate per pubblicarle nei giornali o per la cartellonistica pubblicitaria negli spazi pubblici. Ve ne posto alcune, e resto in attesa dei vostri commenti.
Non avremmo bisogno di qualcosa del genere anche in Italia?????????
L'80% delle faccende domestiche pesa sulle donne. Coraggio signori!