Dopo tanti post dedicate a celebrità nostrane e straniere, ospito con gioia una ragazza per metà brasiliana e per metà italiana, in possesso di tutte le ottime qualità ottenibili da un tale mix genetico: Gaia Bermani Amaral.
L’avrete conosciuta senz’altro nei suoi esordi pubblicitari, che nel 2000 la portarono sotto i riflettori, quando fu scelta come testimonial di una nota compagnia telefonica. Subito apprezzata grazie a una bellezza frizzante e fresca, Gaia è stata arruolata dalla TV, dove ha condotto una serie di trasmissioni indirizzate a un pubblico giovane, da Stracult a Mosquito e Fiesta.
Nel 2003 approda a un programma più ambizioso, il magazine di viaggi Stella del Sud. Programma che ha subito il destino di molti progetti di qualità della TV italiana: poca promozione e scarsa visibilità, a dispetto dei contenuti molto buoni e della critica sempre positiva.
Tuttavia Gaia ha quella che in gergo si chiama una “faccia da cinema”. Infatti nel 2005 esordisce nella suo primo film, I giorni dell’abbandono (di Roberto Faenza). Le capacità ci sono, l’espressività e l’intelligenza pure, quindi aspira lecitamente a qualcosa di più. Dopo aver recitato in altre fiction nostrane diventa la protagonista della fiction francese Xanadu.
Ora, sarò pure poco patriottico, eppure il passaggio da un regista italiano a uno più europeo valorizza senz’altro la brava Gaia. La differenza si nota già nel ruolo interpretato dalla Amaral: quello di una pornostar degli anni ’80, Elise Jess. La storia ruota attorno alle vicende di una famiglia impegnata nel mercato delle produzioni hard, messa in difficoltà dalla crisi del settore e dai dilemmi morali dovuti al lavorare in un settore del genere. La dimostrazione pratica che si può fare dei buoni film televisivi senza confezionarli come se fossimo ancora fermi agli anni ’50, ma anche senza eccedere nel sensazionalismo gratuito.
Mi auguro che questa sia una svolta che la porti alla ricerca di altri ruoli all’altezza, perché la ragazza merita: ha talento, fascino, intelligenza e quel pizzico di spregiudicatezza che non guasta mai. Nel mentre ci accontentiamo (ma anche no) di vederla nelle soporifere fiction italiane, dove spesso e volentieri Gaia rappresenta l’unico motivo valide per fare un po’ di zapping.
La Amaral ha recentemente posato anche per Playboy Italia, un magazine che però ha più o meno il coraggio di Donna Moderna, per non dire Famiglia Cristiana. Ok, belle foto, ma di glamour c’è ben poco.
La potete trovare su Twitter, in qualità di interessante interlocutrice, oppure sul suo sito ufficiale, davvero ben fatto.
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