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Le donne ed il lavoro

Creato il 28 marzo 2011 da Silvanascricci @silvanascricci

Le donne ed il lavoro

Qualche giorno fa ho partecipato ad una riunione sindacale in cui si discutevano le nuove regole del lavoro part time a seguito del decreto Brunetta.

Senza entrare nel merito della normativa, ovviamente peggiorativa rispetto alla precedente, mi ha colpito, sfavorevolmente, un elemento lampante.

All’incontro erano tutte donne, o quasi.

Non ho sentito nessuna che dichiarasse di aver chiesto il contratto a tempo parziale per fare un secondo lavoro o per avere più tempo per lo shopping e la palestra.

Raccontavano, tutte, a grandi linee, la stessa storia: figli piccoli da accudire, portare e ritirare dagli asili, genitori e/o suoceri anziani da badare.

Per i pochissimi uomini presenti (5/6 su un centinaio di donne) la trasformazione da tempo pieno a tempo parziale era stata fatta per svolgere, regolarmente, un secondo lavoro.

Al che sorge spontanea una domanda: ma i figli, i genitori anziani, gli suoceri bisbetici sono solo delle donne? Solo loro hanno procreato i figli, solo loro sono nate da genitori?

A quanto pare sembra proprio di sì, perché solo ad esse è demandato, per decreto divino, immagino, questo tipo di impegno e di lavoro non retribuito.

Per come è strutturato il mondo del lavoro in Italia chi fa il part time è destinato a rimanere inchiodato nella posizione di partenza, è condannato a non fare carriera e a non avere significative progressioni economiche: facendo una naturale ed ovvia equazione risulta: part time = meno carriera, part time = donna ergo donna = meno carriera.

Lo sconcertante è che tutto ciò è risultato naturale alle stesse donne presenti, tanto che un mio intervento volto a far rilevare la cosa, non è piaciuto per nulla.

Il problema non è soltanto o non solo rivedere la normativa sul part time quanto piuttosto creare strutture sociali, asili e centri di assistenza, che permettano alle donne di non essere costrette a scegliere tra il lavoro e la carriera ed i figli e i genitori.

Se poi cambiasse la mentalità e l’impostazione di uomini e donne sarebbe ancora meglio, ma se la prima strada la trovo complessa, la seconda mi pare ardimentosa.



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