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le donne sicure di sè e la colpevolezza

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Pochi giorni fa fu uccisa Maricica da un italiano. La madre di Alessio Burtone ha riferito che il figlio ha agito in preda alla paura in quanto la donna era troppo sicura di sè e in più era pure rumena.

In questo caso la sicurezza di una donna costituisce un attenuante per un uomo violento.

Stessa cosa è successa tempo fa quando è fu l’assolto un marito violento nei  in quanto sua moglie aveva un carattere forte.  Della serie è giusto che venga picchiata.

Oggi leggo le disposizioni fornite all’avvocato difensore da Michele Misseri. Michele secondo l’avvocato sarebbe innocente.Colpevoli sarebbero le donne della famiglia.  Chi indaga sull’omicidio di Sarah si basa solo su un unica prova fornita peraltro da Michele, presunto assassino: il ruolo decisionale delle donne in famiglia e la loro sicurezza.

Michele quindi era una vittima perchè lavava i piatti degli altri e non si comportava secondo il modello del macho capofamiglia.

Ora mi chiedo: Per quanti secoli noi donne siamo costrette a lavare i piatti della famiglia e a prendere botte?

Nessuno però ci ha mai dato nè della vittima nè della schiava.

Anche se lui fosse veramente innocente perchè per dare colpevolezza a Sabrina si tirano in ballo pregiudizi simili?

Qual’è il modello femminile che l’italia promuove nel 2010?

Essere sicure di sè è prova di colpevolezza?

Si può provare la colpevolezza soltanto in base a questo?

Un Paese che disegna sempre gli uomini come vittime e le donne come colpevoli è prova del peggio becero maschilismo, sopratutto se la colpevolezza viene provata  in base alla sicurezza che la donna mostra con l’altro sesso.

Ci facciamo in quattro a ficcare il naso nei Paesi culturalmente meno evoluti di noi e quanto riguarda la parità tra donne e uomini ma poi scopriamo che essere sicure di sè è un peccato che può farti apparire colpevole, una che si è cercata un gesto violento da parte di un uomo o che se lo è meritata.

Che poi l’Italia non tollera donne sicure di sè possiamo provarlo anche da come veniamo dipinte nella comunicazione. I mass-media ad esempio, quelli che puntano ad abbassarci l’autostima facendoci apparire grasse, vecchie, zitelle, isteriche e sessualmente inadeguate. Gli stessi che ci vogliono mute (e nude) davanti ad un presentatore maschio parlante che ci rifila battutacce volgari e per copione dobbiamo abbassare la testa o sorridere.

Le donne che vengono discriminate sul lavoro e dai ruoli decisionali. Secondo gli italiani non dobbiamo contare nulla nemmeno in famiglia figuriamoci nel mondo del lavoro o della politica.

Per il resto dobbiamo prendere stupri, calci in culo e farci camminare sopra in ogni pubblicità ribadendo che il potere è uomo e non lo dobbimao in nessun modo metterlo in discussione con la nostra sicurezza.

La sicurezza delle donne in italia  dev’essere affidata a ronde e simili, ma mai a noi stesse. Se no ci menano e hanno pure ragione oppure finiamo in galera.

Le donne sicure vengono considerate troie  arriviste, approfitatrici oppure ragazze che se la tirano troppo. 

In italia non possiamo nemmeno avere la sicurezza di lasciare un uomo che rischiamo di essere uccise. Dobbiamo essere sottomesse e stare zitte, anche se ci maltrattano.

Ma che siamo arrivati a mettere in dubbio l’innocenza delle donne in base alla sicurezza di sè mi sembra preoccupante.



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