L'articolo di Sergio Romano, sulla protesta dei sindaci lombardi:
Il secondo fenomeno riguarda l’unità del Paese. La democrazia dal basso, di cui il movimento lombardo è una battagliera espressione, non ha avuto ovunque gli stessi effetti. Al Nord ha creato servizi migliori e una classe dirigente più capace e responsabile. Al Sud, con qualche lodevole eccezione, ha creato clientele, voto di scambio, affarismo e una burocrazia ridondante se non addirittura parassitaria. La combinazione di questi due fenomeni — elezione diretta del sindaco e risultati diversi a seconda della latitudine — ha reso ancora più evidente l’esistenza di due Italie dove una stessa norma può produrre effetti opposti. Sarebbe interessante sapere se nella classe dirigente più responsabile (secondo l'ex ambasciatore) compare anche la classe politica finita negli scandali di Tangentopoli (a Milano come in altre città del nord). E in merito al fatto di saper amministrare meglio, andate a Como a sentire i cittadini cosa ne pensano del proprio sindaco Bruni (quello del muro sul Lago, per intenderci). Forse al sud, la cattiva amministrazione si percepisce di più solo perchè il livello dell'asticella (ovvero i diritti costituzionali sanciti dalla Costituzione, che non sono invece garantiti dallo stato) è più basso. Ma, come diceva Sciascia, basta aspettare che la linea della palma salga la penisola...... Il rischio, a continuare a parlare delle due Italie, è che si crei l'alibi per la "secessione leggera" in arrivo col federalismo fiscale voluto dalla Lega. Di questo se ne parla stasera ad Annozero, "Il profeta": Quali i costi e l’impatto di questo progetto sullo stato sociale? C’è il rischio di una “secessione leggera”, come i dati sul costo della vita, sui redditi, sull’occupazione sembrano ormai indicare? Tremonti e’ il ministro che ha previsto profeticamente i risultati elettorali e la vittoria della Lega. Ma e’ anche l'esponente politico che ha in mano le chiavi per aprire il nuovo corso dell’azione di governo. Assieme al Ministro dell'Economia intervengono in studio Gad Lerner, il sociologo Luca Ricolfi, il professore di Storia delle dottrine politiche all’Università di Milano ed editorialista de La Padania Stefano Bruno Galli, l’imprenditore Diego Della Valle