Immagine di Mike Licht
"Le due vite di Elsa" (Piemme) è un romanzo che sin dalla prima pagina ha la rara capacità di avvincere il lettore, colpa dello stile suadente e della scrittura godibile di Rita Charbonnier, e della sensibilità con cui è stata creata la protagonista.
Recensione di Annalisa Stancanelli per La Sicilia. La trovate qui.
E poi c'è la blogosfera. Che tutti amiamo particolarmente. Germana Maciocci ha recensito il romanzo per il blog letterario collettivo Diario di pensieri persi. Il suo articolo è curatissimo, approfondito, ricco di osservazioni sorprendenti per me stessa. Come ad esempio in questo passaggio:
Ed è questo che rende speciale Elsa: anche se le è impossibile mutare il passato, soprattutto per quanto riguarda quella parte che è stata determinata dalle scelte altrui, il presente, il fatto stesso di essere viva e libera di scegliere, nonostante tutto e tutti, le dà la forza di affrontare il futuro. Condizione imprescindibile per lei è non tradire la sua natura, ma assecondarla, nel rispetto degli altri, per arricchire la propria esistenza e quella di chi la circonda. La balbuzie di Elsa è solo la punta dell’iceberg che rivela il suo disagio, è dura esprimersi chiaramente quando nessuno ti ascolta, anche solo per quanto riguarda i concetti più semplici. L'esperienza dell'ospedale svizzero, che esaspera la sua diversità, le fa toccare certamente il fondo della disperazione, ma grazie anche all'aiuto disinteressato dei suoi dottori ha la possibilità di “osservarsi” dall’esterno in modo oggettivo – come Elsa ma anche come Anita – e analizzare le motivazioni recondite e profonde che sono alla base del suo disagio. Esistono diverse strade che portano all'illuminazione, quella di Elsa non è certo la più semplice, ma la sua tenacia, oltre alla saggezza da lei conquistata lungo di essa, sono a dir poco sorprendenti e profondamente desiderabili.
>> La recensione completa (e arricchita da immagini suggestive e appropriate) si trova qui.
Ieri ne è uscita un'altra su Libri e Bit. Molto più concisa, enuclea con chiarezza le questioni fondamentali e identifica le problematiche del personaggio con alcune problematiche del femminile. Ecco l'inizio:
Mi è capitato di leggere "Le due vite di Elsa" di Rita Charbonnier, in un momento in cui mi sentivo esattamente come la protagonista del romanzo: divisa, per non dire spaccata, tra le due donne che sente di essere dentro di sé. La prima Elsa è forte e coincide, nel suo immaginario, con Anita Garibaldi; la seconda è debole o meglio è quell’Elsa dominata e sempre dominabile, richiudibile nella definizione di isterica, che sua zia Olga preferisce avere accanto.
>> Link alla pagina.
Sono inoltre uscite presentazioni del romanzo su L'albero delle gocciole, La mia passione? I libri! e Dusty pages in Wonderland. Davvero molte grazie a tutte.