Virginia Woolf, riflessioni su Jane Austen:
Jane Austen“Quando è morta, a quarantadue anni, (…) ella era ancora soggetta a quei cambiamenti che rendono il periodo finale della carriera di uno scrittore il più interessante di tutti. È stimolante chiedersi se avrebbe scritto diversamente. I confini erano tracciati; lune, montagne e castelli stavano dall’altra parte. Ma non sarebbe stata tentata di oltrepassarli, per un attimo? … Se fosse vissuta più a lungo avrebbe conosciuto più cose. Le sue sicurezze sarebbero state scosse. La sua commedia ne avrebbe sofferto. Avrebbe avuto meno fiducia nel dialogo e più nella riflessione come mezzo per portare alla conoscenza dei caratteri. La sua satira, suonando meno martellante, si sarebbe fatta più stringente e severa. Sarebbe stata il precursore di Henry James e di Proust, ma basta. Sono divagazioni vane: l’artista più perfetta tra le donne, la scrittrice di libri immortali morì proprio quando si stava abituando al suo successo.”
I personaggi nati dalla penna di Jane Austen sembrano di vivere di vita propria così riconducibili alle sfaccettature dell’animo umano e al comportamento che ne deriva. Gli atteggiamenti, le emozioni, le scelte dei personaggi suscitano in noi sia empatia che incomprensione, pensando ad Emma la stessa Jane Austen scrisse che era un personaggio che non sarebbe piaciuto a nessun altro, se non a lei stessa, o come disse Virginia Woolf: “personaggi stupidi, snob, mondani, i suoi Mr Collins, i suoi Walter Elliot, le sue Mrs Bennet. Austen li colpisce con frasi sferzanti come fruste, (…) e sembra che essi nascano solo per il suo supremo diletto di tagliar loro le teste. (…) E tuttavia, non un tocco di meschinità, né un’ombra di livore ci distolgono dalla contemplazione. Stranamente, la delizia si mescola con il nostro divertimento. La bellezza illumina queste sciocchezze. (…) Mai un romanziere si è servito di un più ferreo senso dei valori umani. E dal loro contrasto derivano la bellezza, la complessità, la grazia, la solennità e l’arguzia delle scene di Jane Austen.”
Emma Woodhouse interpretata da Romola GaraiLe donne di Jane Austen sono le protagoniste assolute dei suoi scritti letterari, e sono personaggi così pieni di vita, di sensazioni e di personalità da diventare uniche nel loro genere, al pari delle donne nella vita reale, ognuna con la propria soggettività. Troviamo le donne pazienti, contraddistinte dalla forza e dalla costanza del cuore, che affrontano il quotidiano custodendo nell’anima segreti e inguaribili tormenti come Elinor Dashwood e Anne Elliot. C’è la donna che vive sul punto di sbocciare, eppure sembra non realizzarsi mai: come è Fanny Price. Troviamo donne come Jane Bennet, la cui purezza di cuore supera la straordinaria bellezza; c’è anche chi non riesce a coltivare l’amore come Jane Fairfax. All’apice del romanticismo: Marianne Dashwood. Abbiamo personaggi come Emma Woodhouse, che rasenta la presunzione; e Mary Crawford che affascina con la sua conturbanza. L’ingenuità hai tratti di Catherine Morland, mentre l’insieme di caratteristiche femminili, con le sue contraddizioni e con i suoi pregi si ritrovano in Elizabeth Bennet, protagonista di Orgoglio e pregiudizio.
Elizabeth Bennet interpretata da Jennifer EhleSilvia Lorusso alias Penelope
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