Magazine Ecologia e Ambiente
Le fabbriche di cuccioli o puppy mill sono vietate in Italia (ma non per questo inesistenti come strutture clandestine), sono tuttavia particolarmente attive nei paesi dell’Est che anche nel nostro Paese trovano un florido mercato. In esse le fattrici iniziano a sfornare piccoli fin dal primo calore, sono stimolate con iniezioni di ormoni per produrne di più e più frequentemente, vengono eliminate al sopraggiungere dello sfinimento organico o di una qualche malattia dopo una vita interamente vissuta in gabbie anguste e maleodoranti. Anche i maschi, utilizzati come “stalloni”, non durano più di quattro o cinque anni. I cuccioli saranno poi sottratti alle madri dopo appena un mese di vita: svezzati a stento, privi delle adeguate difese immunitarie e della naturale maturità psicologica – le cure parentali sono indispensabili a formare il carattere – i cuccioli dovranno affrontare ammucchiati uno sull’altro spaventosi viaggi verso altri stati. Chi sopravvive finirà in vetrina, oppure nelle mani di altri allevatori o commercianti senza scrupoli.fonte:AnimalAmnesty
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