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le fantastiche avventure della Fenice

Creato il 16 aprile 2011 da Lafenice
La Fenice è terrorizzata dalla noia. Non prova semplice paura ho repulsione, ma il panico più totale. Fin da quando ho conosciuto me stessa, un gelido inverno di ben 22 anni fa (ormai 23), ho capito quale sarebbe stata la mia più grande croce: agire per non annoiarmi, quindi per non deprimermi. Ma la mia più grande dote è quella di essere in grado di deprimermi anche se le cose da fare sono una marea. Ergo ho sempre la necessità di avere per le mani qualcosa di nuovo.
Ecco cos'ho fatto in questi giorni: un pizzico di storia delle dottrine politiche, qualche manciata di microeconomia, tanto blog, racconti vari, un po' di uscite in modo da mantenere viva la mia vita sociale, lo sviluppo di alcuni progetti che ormai avevano messo le radici nella mia mente e.. Novità.
Ho capito di aver bisogno di prendermi cura di qualcosa (o qualcuno). Così sono partita con la mia amata Polo, alla volta di un enorme fioraio.
Ed ecco che le ho incontrate: Speak and Span (queste margheritone giganti con i petali appuntiti che in realtà non sono margherite, ma non so come chiamarle) e Maria, questa pianta grassa che, non so perchè, ma mi ricorda i colori dei matrimoni.
le fantastiche avventure della Feniceun particolare di Span
le fantastiche avventure della Fenicequesta è Maria
Dopo averle sistemate sul davanzale della finestra della mia stanza, aver imbrattato di terra la mia povera auto (e perso almeno una buona mezz'ora a ripulirla), mi sono resa conto che c'era qualcosa che mancava.
Il puzzle non era completo, la mia vita necessitava della presenza di una nuova anima.
Ho ripreso la mia auto, e, dopo qualche chilometro, mi sono ritrovata davanti ad un negozio di articoli per animali. Alla ricerca di un pesce.
Avevo già in mente tutto: il nome, il vaso in cui metterlo e la posizione che quello avrebbe avuto nella mia stanza. Mancava solamente il pesce.
È stato amore a prima vista: quando ho visto questa piccola creatura arancione, un po' massiccia ma non troppo, che si muoveva elegante nell'acqua spingendo i suoi compagni per arrivare per primo al cibo, mi sono detta “tu sei mio. Un piccolo combattente”.
Così l'ho comprato.
Ma proprio quando ero sul punto di lasciare il negozio, il proprietario mi ferma, guardandomi con lo sguardo di chi la sa lunga.
ricordati di metterlo subito in acqua tiepida, di non farlo urtare contro nulla, durante il tragitto da qui a casa tua. Non lasciarlo troppo nel sacchetto, non dargli troppo cibo, altrimenti morirà. Hai poco tempo per arrivare a casa: ora vai! Ed abbi cura di lui! -
terrorizzata, salì sull'auto. All'urlo di “su Primo resisti” percorsi quei dieci chilometri che lo separavano dalla salvezza, arrivai a casa, inchiodai nel parcheggio, scesi al volo stringendo saldamente Primo tra le mani, salutai il mio cane (sa essere estremamente permalosa se non viene salutata ogniqualvolta si entra o si esce di casa), arrivai davanti al lavandino, aprì il sacchetto di Primo e lo rovesciai nel suo vaso.
La soddisfazione durò ben poco: presto mi resi conto di quanto fosse nervoso. Il vaso era troppo piccolo.
Chiamai almeno una decina di parenti, per chiedere se avessero un vaso abbastanza grande per un pesce rosso che in realtà non era rosso ma arancione.
Un buco nell'acqua. Proprio quando stavo per arrendermi a correre all'Ikea solamente per comprarne uno, il telefono trillò. Era mia nonna.
il vaso c'è, vienilo a prendere -
mi precipitai fuori di casa, corsi da mia nonna, presi il pacco e tornai da Primo.
Ora il problema si faceva sempre più grande. Dovevo mettere la mia mano dentro il vaso, prendere Primo che, sicuramente, non sarebbe stato collaborativo, e spostarlo nell'altro vaso.
Posto che quei piccoli aggeggi viscidi mi fanno un senso incredibile, decisi comunque di buttarmi nell'impresa. Non prima di aver fatto entrare il mio cane in casa, giusto per un po' di supporto morale.
Tentativo numero uno: Primo non vuole saperne di farsi prendere. Si muove, si agita come un pazzo, mi sfugge, urlo perchè ho toccato la sua pelle e perchè si è mosso proprio quando la mia mano gli era attorno.
Arriva il mio cane a leccarmi la faccia. Mi riprendo.
Tentativo numero due: questa volta prendo la palettina che mi hanno dato al negozio per sollevarlo dall'acqua. Ma la paletta non entra nel vaso: ergo, Primo è ancora li a sguazzare giulivo.
Tentativo numero tre: il dialogo è la base di ogni rapporto civile.
Primo, devi perdonarmi, non ho mai cambiato l'acqua ad un pesce e la tua pelle mi disgusta. Ma ti metterò in un bel vaso grande, quello li, guarda che bello! -
il mio cane mi guarda perplesso: è li seduta, a pochi centimetri dai miei piedi, con la testa inclinata a sinistra. “chiamate la neuro” avrà pensato.
Tentativo numero quattro: dopo aver riflettuto sulla possibilità di lasciare Primo nel lavandino, di aspettare che mia madre tornasse a casa e si occupasse del mio pesce, dopo aver gridato come un'idiota perchè il povero pesce si muoveva come un pazzo; Fen, la mia ragione, arriva in mio soccorso.
“Prendi il guanto” mi dice, ed io obbedisco. “ora sappi che sei da sola. La sopravvivenza di quella piccola anima dipende da te, dal tuo sangue freddo. Ora metti la tua dannata mano nel vaso e smetti di fare la bambina.”
dopo aver preso un profondo respiro, afferro Primo e con una velocità impressionante, lo porto nella sua nuova casa, il vaso più grande!
Abbraccio il mio cane in preda alla gioia! Ce l'ho fatta!
Ora Primo è al sicuro! Esattamente come il mio povero cuore ed i miei nervi!
le fantastiche avventure della Feniceed ecco a voi Primo!
Ma ora è giunto il momento di riprendere a studiare.. Buona giornata a tutti voi, e buona fortuna!

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