Quella notte non avevo dormito più di quattro ore. Nulla di
strano, era regola ormai: alle 3.30 la mia personalissima sveglia biologica
posizionata al centro dell'addome e chiamata “
tosse” (nevrotica,
aggiungerei) mi aveva costretto ad abbandonare il mio comodo giaciglio,
rifugiarmi in cucina con una buona tazza di caffè, ed occuparmi della tesi.
Si, avete letto bene, occuparmi della tesi. Lo so, è molto
triste svegliarsi la notte per studiare ma ormai ero sveglia, cos'altro potevo
fare?
Quando finalmente crollai, la testa schiacciata sul tavolo
della cucina, il gatto appollaiato davanti a me comodamente posizionato sul mio
Mac, alle ore 6.30 del mattino, il danno era già fatto: il mal di testa si era
già insinuato nel mio cerebro, senza che nemmeno me ne accorgessi. Ogni
movimento, anche quello degli occhi si rivelava essere un vero strazio, i
rumori mi facevano sobbalzare, anche la mia stessa voce mi dava fastidio.
Trascorsi il mattino animata da un disperato bisogno di
picchiare qualcuno e tranquilla come un'anaconda in procinto di attaccare: mi
nascosi nella mia stanza, la mia tana, dove chiunque sa che è meglio entrare
con cautela. Non solo è doveroso lasciare ogni speranza prima di entrare: è
meglio non entrare proprio.
A pranzo, ormai, ero ridotta ad essere l'ombra di me stessa.
- Elena – mi chiamò mia madre, guardandomi dritto negli
occhi – perché questo pomeriggio non vai a farti un giro, magari in un luogo in
cui ti senti bene, dove trascorrere qualche momento tranquillo... che ne pensi?
-
Quelle parole mi diedero uno scossone emotivo non
indifferente. Aveva ragione. Avevo bisogno di tranquillità.
Non appena terminato di nutrire il mio debole e martoriato
corpo, mi vestì – in qualche modo, quando ho mal di testa non bado molto a cosa
ho addosso – salutai mamma, babbo, pesci, gatto e cane, e, a cavallo della mia
adorata Polo, abbandonai il mio piccolo paesino di provincia alla volta della..
libreria, il rimedio per ogni mio male.
Vedete, quando si dimostra necessario: farmi rimettere ogni
dramma nella giusta prospettiva, calmarmi, farmi tacere (almeno per qualche
minuto), eliminare la frustrazione dalla mia anima o, semplicemente, quando
l'urgenza di un regalo diventa troppo forte (e nessuno fa regali all'Elena come
l'Elena stessa), la libreria è l'unica alternativa praticabile, l'unico
rimedio. Ogni problema rimane sulla porta, si stacca dal mio corpo e non vi si
riattacca finchè non esco fuori: ma, a quel punto, la forza di quei piccoli
conglomerati di carta e parole, mi ha già immunizzato e allora addio
stress.
Benvenuta libreria.
In preda al fuoco sacro dell'ispirazione, e, in particolar
modo, al mio gusto alquanto eclettico, mi fiondo nella sezione YA: i miei
sensori ottici puntano “Vanish” a pochi metri di distanza dalla mia mano
destra. Mandano l'impulso al cervello. Il cervello contatta direttamente il mio
braccio, gli ordina “alzati”, poi passa alla mano e dice “afferra”. Il
rilevatore imperfezioni della sottoscritta, rileva una piccola abrasione sulla
parte frontale della cover ed alcune pagine piegate all'interno. Stringendo i
denti perché, mannaggia la miseria, i libri meritano rispetto e non possono
essere ridotti in quelle condizioni specialmente in una libreria, ne prendo
un'altra copia, questa volta perfetta ed esco dalla sezione “YA” direzione..
quella che capita.
Ed ecco che incontro il mio secondo acquisto.. ne sentì
parlare lo scorso anno quando uscì, attraverso il blog della bravissima
AnitaBook: fu amore a prima vista. Di quale libro sto parlando?
Eccolo qua..
La casa per
bambini speciali di Miss Peregrine
di Ransom Riggs
titolo originale:
Miss Peregrine's Home for Peculiar Children
pag. 382
9.90€
Edizione BUR
uscita: ottobre
2012
Quali mostri
popolano gli incubi di Abraham, il nonno di Jacob, unico sopravvissuto allo
sterminio della sua famiglia di ebrei polacchi? Sono la trasformazione della
ferocia nazista o piuttosto qualcos'altro, qualcosa di vivo, presente e ancora
mortalmente pericoloso?
Quando una
tragedia impossibile lo colpisce, Jacob sa che non può rimandare: deve scoprire
cos'è successo a suo nonno e, soprattutto, cosa ha visto, o crede di aver
visto, con i suoi stessi occhi.
Non gli resta che
attraversare l'oceano e trovare l'inaccessibile orfanotrofio inglese che
durante la guerra ospitò Abraham ed altri piccoli orfani ebrei.
Ma per raggiungere
quel luogo avvolto nella leggenda non ha molti indizi, a parte i vecchi
racconti del nonno ed una sparuta collezione di bizzarri fotomontaggi d'epoca.
Felice e soddisfatta di quelle due piccole creaturine che da
li a poche ore avrebbero animato la mia libreria, mi dirigo verso la cassa e
sorrido soddisfatta.
Il commesso prende i libri che stringevo tra le mani ed
inizia a complimentarsi. Alza come un imbonitore televisivo “
La casa per
bambini speciali di Miss Peregrine” e si cimenta in una veloce ma intensa
recensione live del libro. Chiude dicendo “
stai facendo un ottimo acquisto”.
Wow: mi immaginavo che qualcuno sbucasse fuori da un angolo con una macchina
fotografica, mi facesse mettere in posa con il mio libro in bella mostra per la
bacheca “il lettore intelligente” della libreria. Un'emozione unica.
Poi arrivò a
Vanish. Fece un movimento
brusco con le
labbra, le arricciò e storse il naso. Mi guardò, poi guardò il libro di
Riggs,
poi ancora quello della
Jordan e mi disse con tono grave, onde evitare
di infamarmi per quello che, evidentemente, doveva sembrargli un acquisto “
non
all'altezza” - Questo non l'ho mai letto. Non so cosa sia. Non posso
aiutarti -
“
Per fortuna” pensai io “
se fosse per te di questo
libro non se ne venderebbe nemmeno una copia”.
Prima che battesse lo scontrino, mi venne in mente che,
dannazione, mi mancava un libro per finire la serie
Evernight della
Gray!
Questo fu ciò che il mio cervello arrivò a pensare in una manciata di secondi:
·
non ricordo minimamente il titolo
·
ma perché voglio comprarlo a prezzo intero in
italiano invece di andare su
Amazon e buttarmi su un paperback d'importazione?
·
Ho già un acquisto in programma su Amazon,
Hidden della Jordan, se inizio ad accumulare libri mi va via un patrimonio e non
son figlia di Berlusconi (vedi punto 2)
·
Meglio (vedi punto 3)
·
come potrebbe prendere la richiesta di un libro
simile il commesso? Sarebbe equiparabile (a gravità, intendo) con l'acquisto
dell'ultimo della D'Urso e di un bel Moccia, oppure un tantino più perdonabile
come un Meyer o come un Cast?
- Aspettaaaaa!! - dissi, avvicinandomi a lui con le braccia
alzate. Solo ora mi rendo conto di essergli parsa una pazza scatenata che
moriva dalla voglia di strangolarlo – volevo chiederti – mi stavo lentamente ricomponendo
– avete per caso l'ultimo libro della serie
Evernight della
Gray?
Mi fissò per qualche istante senza dire nulla, celando le
sue emozioni dietro ad una maschera di impassibilità. Quando ritrovò l'uso
della parola mi chiese – sai il titolo? -
- umh... no -
- beh, interessante – fece lui, appropinquandosi al computer
– ho capito, ci penso io. 2012, giusto?
- no, veramente 2011. -
- allora per il duemila e dodici abbiamo Fateful..
- no, quella è la storia di un licantropo sul Titanic. Poi
ho detto 2011.
- poi abbiamo Balthazar..
- no, quello è uno spin off di Evernight. Anno d u e m i l a
e u n d i c i!
- ah ok, aspetta ho trovato.. Evernight, si chiama?
- no quello è il primo.
- Hourglass?
- no quello è il terzo.. - diedi una rapida occhiata alle mie
spalle e notai alcune ragazzine con i libri della Bosco tra le mani che mi
stavano mentalmente mandando a cagare per il tempo impiegato alla scoperta del
nome perduto.. Provai anche un leggero moto di compassione nei loro confronti:
come avrebbe preso il commesso un libro di questa autrice? Tremai al solo
pensiero: già mi consideravo fortunata per quella gelida accoglienza - Ma
guarda, sei stato gentilissimo, adesso controllo un po' a casa e poi torno con
le idee più chiare..
- come preferisci – mi disse, porgendomi la stampa della
pagina di
ibs su cui stava cercando informazioni – quando hai il titolo
chiama in libreria che se non ce l'ho te lo prenoto – si stava salvando in
corner: evidentemente la customer care era più importante della sua avversione
verso lo YA
- grazie! - risposi, sorridendo.
Qualche istante dopo mi trovai per strada, con i miei
fantastici acquisti tra le mani ed uno straordinario sorriso in viso. Ah,
dimenticavo: niente più mal di testa!