questa immagine, fortunatamente, non corrisponde alla realtà
Uno dei luoghi che hanno fatto da sfondo alla mia estate è un piccolo chiosco non troppo lontano da casa, nel profondo sud dell'orgogliosa terra di Romagna. È un luogo molto carino con musica live, panchine tra gli alberi, un teatrino ed un bar sempre pieno, strapieno di gente. Non nascondo che la prima volta che andai li, all'inizio del maggio scorso, mi resi subito conto che oltre ad essere un posto divertente e tranquillo, c'era anche della gente molto, ma molto carina. Tipo? Uno dei camerieri/baristi/tutto fare non so che altro. Non è un ragazzo troppo alto, ma ha dei capelli corti neri e lucenti che ti viene voglia di buttarci le mani dentro (e tirare finché non glieli strappi), occhi scuri e profondi (ideali per cerchiarli con bei pesti sanguinolenti), un fisico così allettante per la così alta concentrazione di energia.. insomma quel ragazzo è seriamente una molla in procinto di saltare. Ed io, oca, non riesco a celare la mia ammirazione. Neanche a farlo apposta, una sera mi presento al chioschetto con mio cugino ed ecco che un coro di “Ciao Zio, Ciao Vec” si eleva nell'aria. Non solo quella simpatia che mi ero portata appresso conosceva mezzo mondo, ma questo mezzo mondo comprendeva anche il cameriere. Perfetto. Quello che, però, mi sconvolse davvero quella sera era l'attenzione che quel ragazzo riservava a mio cugino: si posizionò tra noi due dandomi le spalle per parlare solamente con lui, quando mio cugino accennava ad alzare un braccio ecco che, dopo un corri corri corri ad una velocità supersonica, arrivava per servilo, e, cosa inaudita, gli ha offerto da bere (per la cronaca, quella sera la sottoscritta, invece, si è trovata a pagare da bere ad un altro ragazzo uscito con noi.. senza volerlo, questo è il bello). Ma la cosa ancora più divertente è che ogni volta che arrivo al chioschetto senza mio cugino, quella simpatia non mi calcola neanche lontanamente. Lo saluto, si gira dall'altra parte. Gli chiedo qualcosa, non risponde. Condivido con le mie amiche un tavolo che straripa di bicchieri sporchi e lui pulisce tutti i tavoli occupati accanto a noi ma non il nostro. Quando me ne vado gli dico “ciao”, lui si gira dalla parte opposta e risponde “ciao ragazzi”. Ieri sera per l'ennesima volta torno al chioschetto e, dopo i miei ultimi tentativi di socializzazione con lui finiti più che male, lo vedo e, con occhi furenti mi giro dall'altra parte. Sono rimasta tutta la sera a seguirlo con lo sguardo pregando il cielo che lo facesse cadere a terra come una pera cotta, magari nel momento in cui più persone animavano il locale. Perché volevo un po' di infantile vendetta: desideravo ardentemente che un mio ridicolo capriccio venisse esaudito, nel pieno palesarsi di un minimo di giustizia. Ed invece continuava a girare da una parte all'altra senza cedere di un millimetro. Mannaggia. Insomma, questo ragazzo mi manda in bestia. Provo un odio incontrollabile nei suoi confronti e nel suo perverso modo di trattare le persone come fossero lebbrosi. Mi fa ribollire il sangue nelle vene, gli prenderei la testa e, dopo averla scossa con violenza gli urlerei “ma qual'è il tuo problema, cretino?”. Fortuna che, con l'arrivo della brutta stagione, il chioschetto chiuderà, non lo vedrò più e diventerà soltanto uno stupido ricordo irritante. Molto, ma molto irritante. Maleducato che non sei altro!