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“Le fedeltà” di Diane Brasseur: quella doppia vita che crea disagio

Creato il 02 febbraio 2015 da Alessiamocci

“Faccio l’amore con Alix, faccio l’amore con mia moglie. Non so più chi tradisco con chi”.

 

In Italia è una novità, in libreria dal 29 gennaio 2015, ma in Francia, il romanzo d’esordio di Diane Brasseur, è già un caso letterario. A fare la differenza sono piccoli dettagli, sviluppati ad arte da un modo realistico di raccontare. “Le fedeltà”, pubblicato da Sonzogno editore nella collana Romanzi, è una storia dal grande potere introspettivo, in grado di introdurci direttamente nel nostro tempo, perché fa appello a quel conflitto interiore, atavico ed universale, di volere allo stesso tempo avere tutto o niente. L’essere umano è insicuro e capriccioso e raramente sa fare chiarezza dentro di sé, senza approfittare delle situazioni contingenti.

Il romanzo affronta il doloroso tema del tradimento e, allo stesso tempo, dell’essere traditi. Il protagonista è un uomo di 54 anni che si divide fra il suo lavoro a Parigi, dove risiede durante la settimana, e i week end in cui torna a Marsiglia, a casa dalla moglie e dalla figlia quattordicenne. Da circa un anno quest’uomo, di cui non sappiamo il nome, vive una relazione clandestina con Alix, una ragazza di trentuno anni, insieme alla quale convive a Parigi. Dopo un matrimonio durato 19 anni, egli ha trovato una ragazza giovane che sembra offrirgli l’opportunità di una seconda giovinezza e che lo ama incondizionatamente. Ma il senso di colpa per questa doppia vita, lo “scaraventa” nel vortice di un dramma, perché ama la moglie e ama Alix, ma non ama l’infedeltà. È tempo di fare una scelta, ma quando ci pensa è dilaniato. Così, prima di partire per New York dove trascorrerà le vacanze di Natale con la famiglia, egli si chiude nel suo studio, determinato a non uscire se non dopo avere fatto una scelta. Lasciare casa ed iniziare una nuova vita con Alix, oppure abbandonare l’amante e dedicarsi alla famiglia?

Il lungo monologo interiore di un uomo diviso fra due esistenze, lo porta a rivedere un po’ tutta la storia, e soprattutto ad immaginare le situazioni che verrebbero a crearsi. Fra un ricordo e l’altro della sua vita passata, egli immagina eventi che in realtà non si sono verificati, cercando di “anticipare” il pensiero delle due donne, arrivando persino a concepire una finta complicità fra la giovane Alix e la figlia adolescente.  Da una parte c’è la moglie, con la sua crema da notte profumata e la capacità di capirlo; una donna matura, con la quale ne ha passate tante, a sua detta anche tradimenti reciproci, seppur storie di poco conto.

Dall’altra c’è Alix, la possibilità “di fare un secondo giro nel momento in cui le possibilità si restringono”, con il suo corpo giovane e desiderabile, con l’ebbrezza della lucina che indica un suo messaggio sul telefonino, anche se il loro rapporto è sincero e si rivela molto più complesso di così.

Diane Brasseur è davvero molto brava a delineare la figura di quest’uomo di 54 anni, che sente che ormai la giovinezza lo sta abbandonando e gioisce quando si accorge di riuscire a fare ancora molte cose. Entrare nei panni di un uomo, per un’autrice, non è mai facile: qui lo è doppiamente perché si tratta di un uomo di un’età matura, mentre lei è nata nel 1980. Ad un certo punto ci si dimentica che il libro sia stato scritto da una donna, e questo è già un successo.

Diane Brasseur, di origine franco- svizzera, lavora nel cinema come sceneggiatrice. Utilizza una prosa evocativa, che segue il filo del pensiero, dando un taglio cinematografico alla storia. Le figure importanti sono tre: marito, moglie ed amante, ma nessuno viene mai chiamato per nome, tranne Alix, come se lei fosse l’unica degna di essere nominata; forse perché scusata dalla giovane età e dall’ingenuo entusiasmo, quasi fosse l’unica a non essere stata “toccata” dal peccato di tradire ed essere tradita. I personaggi secondari, quali la figlia quattordicenne e il padre malato del protagonista, rimangono in sottofondo, ma sebbene con pochi lievi tratti, riusciamo ad immaginarli e a considerarli parte integrante della storia. Non rivelo oltre, anticipando solo che il finale è l’unico possibile.

Questo narratore si sente dalla parte del “giusto”, perché ama sinceramente entrambe le sue donne. I maschi, sono meno cerebrali delle femmine, quando si tratta di tradire? Forse un uomo avrebbe azzardato di più, scendendo in particolari scabrosi? Ci ho pensato, ed ho concluso di no. Perché ci sono uomini che potremmo definire “romantici”, la cui mente funziona un po’ come quella di una donna. Certe intimità per loro non vanno mai rivelate, quasi fosse una mancanza di rispetto. Questo non toglie però che essi possano lasciarsi andare alla passione, perdendo ogni freno inibitore.

Forse non si tratta di un vero e proprio scontro fra i sessi e nemmeno generazionale, ma semplicemente di esseri umani che, in alcuni momenti della loro esistenza, sono stati fragili.

 

Written by Cristina Biolcati

 

 


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