Le Figlie del Rito
Terra Ignota #2
di Vanni Santoni HG
Autore: Vanni Santoni HG
Serie: Terra Ignota #2
Edito da: Mondadori
Prezzo: 18.00 €
Genere: Fantasy
Pagine: 384 p.
Trama: Ailis, Figlia della Terra. Brigid, Figlia dell’Aria. Lorlei, Figlia dell’Acqua. Morigan, Figlia del Fuoco. Concepite dall’Imperatrice e dai Quattro Re sotto l’egida della Coppa e della Spada, date alla luce dalle schiave di palazzo, poco dopo la nascita sono state rapite da quattro traditori per sottrarle alla corruzione dell’ordine del Cerchio d’Acciaio, lo stesso che anni dopo avrebbe portato guerra e distruzione in tutte le Terre Occidentali. Ora le Figlie del Rito, cresciute ai margini dell’Impero ignorando la propria ascendenza divina, sono pronte ad appropriarsi dell’immenso potere che spetta loro di diritto. Ma in questo regno generato dal Sogno dell’Imperatrice c’è una forza oscura e altrettanto dirompente: la volontà e l’ambizione di Vevisa, sorella di latte e miglior amica di Ailis, trascinata alla Capitale al suo posto per uno scambio di persona. Tra queste cinque paladine una soltanto riuscirà a diventare la nuova Imperatrice, per effondere un altro straordinario Sogno, e con esso concepire un nuovo mondo. Ancora ignoto.
Terra Ignota:
1. Risveglio
2. Le Figlie del Rito
3. inedito
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Nuovo viaggio nelle Terra Ignota di Vanni Santoni HG.
Per chi non avesse letto Risveglio, questo secondo volume è, sì, un sequel, ma si può leggere come romanzo a se stante. I due libri offrono letture indipendenti l’una dall’altra; fanno parte di un grande affresco, ma ciascuno inizia, si muove e si conclude portando a termine una trama che non compromette la completezza del racconto.
Rispettando i topoi del genere, Santoni ci racconta il viaggio dei suoi eroi/eroine e la conseguente maturazione psicologica, fino all’epilogo che conclude in modo epico – e in un certo senso definitivo – la vicenda. Crescono le protagoniste, matura (o meglio, si affina) lo stile dell’autore, aumenta la soddisfazione del lettore.
Come nel primo libro, l’azione è assicurata e ben scandita da dialoghi e capitoli brevi, un rapido susseguirsi di eventi che non lasciano mai tempo al lettore di abbassare la guardia. Come ogni buon fantasy dovrebbe fare, poi, Le figlie del rito offre più di un piano di lettura. Il romanzo, infatti, può essere una pura esperienza di evasione, ma può anche diventare spunto per riflessioni, sperimentazioni e citazioni, qualcosa che – come Santoni ci aveva già mostrato nel primo episodio – va oltre lo strumento libro e, figlia del suo tempo, si contamina di altre realtà, dai manga al cinema.
Rispetto al primo episodio, i contenuti si fanno più “adulti”, la trama si dipana in modo più concreto, gli intrecci si moltiplicano. Il filo portante della narrazione è il rapporto tra uomo e dio: esiste una missione nella divinità? Cosa accade quando si scopre di essere un dio (o una dea, come in questo caso)?
Solo un accenno alla storia, che si svolge in quel mondo già presentatoci nel primo libro, precipitato nel caos dalle antiche forze che si sono risvegliate. Ailis, al cui viaggio si uniscono le altre Figlie del Rito, deve prendere coscienza di sé, della sua vera natura, e accettare la missione a cui lei e le altre sono destinate. Vevisa, finita per un equivoco in qualcosa di molto più grande di lei, deve lottare e ingegnarsi per garantirsi la sopravvivenza.
Il succo della vicenda lo racchiuderei nella profezia che Lorlei consegna ad Ailis prima che questa parta per la sua Cerca, poco prima della metà del romanzo:
Ailis. Non c’è niente da finire. C’è da cominciare: a fare sul serio. Vai. Quello che sei ti guiderà. Più di così, non posso fare.
“Quello che sei”: ecco il vero filo rosso che corre attraverso la storia. La scoperta della propria natura, l’accettazione di essa, la consapevolezza che essere un dio porta con sé responsabilità e, quasi sempre, sacrificio.
Sono soddisfatta di questo secondo episodio del ciclo. Ci sono pathos, intensità e credibilità dei personaggi, la giusta dose di azione e avventura, dialoghi dinamici, i punti fermi del genere (lotta tra bene e male, valori come l’amicizia e il rispetto della natura, la quest). E poi c’è un secondo livello di lettura, quello che travalica il genere stesso, fatto di crisi esistenziali e domande universali.
Confermate quindi le impressioni positive della prima lettura, soddisfatto il desiderio di assistere a una crescita della saga, ora sono curiosa di sapere cos’altro Vanni Santoni HG – dopo l’epilogo a sorpresa – potrà rivelarci della sua Terra Ignota nell’ultimo volume della trilogia.