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Le finte bellezze di Mantova

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Una nostra lettrice che voleva organizzare una gita a Mantova nel week end, si è imbattuta in un portale che sembrava proporre tutto tranne che una visita turistica della città.

Il sito mantova.com nella sezione “servizi” propone una rassegna di bellezze, ma non si tratta di monumenti né di paesaggi, bensì di foto di donne in pose più o meno discinte e, in molti casi, con indosso biancheria intima o con il seno scoperto. Così recita l’introduzione della sezione: “Mantova: una città d’arte tra le più famose d’Italia! Mantova al centro dell’arte italiana con mostre tra le più importanti e manifestazioni di richiamo nazionale ed internazionale. A Mantova sfilano capolavori della pittura, della scultura e della musica. Ed ora anche della Bellezza femminile!! Viste attraverso il capace obiettivo di professionisti e fotoamatori delle nostre zone ecco una galleria delle Bellezze. Buona visione a tutti!!! E non mancate di segnalarci qualche Bellezza che ancora non è presente, faremo il possibile per inserirla al più presto.

Ci risiamo. Ancora una volta il genere femminile viene privato della propria umanità e viene messo in mostra esattamente come qualunque altro oggetto: dopo i capolavori della pittura, della scultura e della musica, vengono esibiti i corpi delle donne. E non manca il bollino rosso “new” che segnala le nuove entrate “in vetrina” come si fa nei migliori siti commerciali. Chissà se in gallery idiote come questa arriveremo anche a dividere le donne in “collezione autunno inverno” e “collezione primavera estate” come si fa con gli abiti …. Ma se la prima pagina mostra solo i volti delle donne, è quando si clicca sulla loro foto che si apre la pagina personale nella quale troviamo precise informazioni sulle misure delle ragazze (donne ridotte a numeri come i codici a barre dei prodotti del supermercato) e foto nelle pose e negli abbigliamenti più osé possibile.

L’operazione appare doppiamente sessista: non solo si ricorre alla solita immagine della donna oggetto, ma addirittura lo si fa in un contesto in cui non si deve vendere niente. Che bisogno ha una città, che, appunto, può vantare bellezze naturali, architettoniche e artistiche di ogni genere, attirare su di sé l’attenzione sfruttando il corpo della donna?

Ma ancora non è finita, il menù della sezione “bellezze” offre queste categorie: “fotografi” (in cui ovviamente non si vede la foto del fotografo ma le foto delle donne da lui ritratte);  “top ten” (una statistica dei corpi delle donne più gettonati …) e “new entry” (aggiornamento indispensabile …). Ma di cosa stiamo parlando? Dell’ultimo modello di automobili o motociclette?

La mia domanda non è posta a caso, visto che, – sarà una persecuzione per noi di Un Altro Genere di Comunicazione –  ma molte di queste ragazze sono le modelle che partecipano spesso e volentieri ai sexy car wash.  Io posso capire che ci siano delle belle ragazze – naturali o rifatte che siano – che hanno deciso di lavorare col loro corpo, ma devono spalmarsi ovunque? Non si rendono conto che in certe situazioni l’ostentazione del loro book è decisamente fuori luogo? E del resto questo è il classico serpente che si morde la coda: finché ci sarà una richiesta di immagini del corpo femminile ovunque, ovunque ci sarà un corpo femminile disposto a farsi mettere in vetrina.  Dobbiamo ripartire dalle istituzioni, dall’educazione, da una mentalità diffusa che ci ha assuefatti alla  presenza continua dell’immagine della donna oggetto e cambiarle al più presto.

E’ per questo che ancora più grave e diseducativa è la quarta voce del menù della sezione “bellezze”, quella dal titolo “Vuoi esserci anche tu?”. Questo invito diretto tenta di far cadere anche l’ultimo baluardo di disappunto nei confronti di queste pagine e tenta di attrarre tutte quelle ragazze che magari vorrebbero far qualcosa nel mondo dello spettacolo e le illude di avere una certa visibilità, continuando ad alimentare lo stereotipo in base al quale “se non ti mostri non esisti, e se non sei sexy, truccata e spogliata, non vale la pena che ti mostri ”.

Ci dispiace per Mantova che finisce col passare per una città che non ha niente da mostrare e deve ricorrere a questi ignobili trucchetti per attrarre l’attenzione. Dove sono le bellezze reali, dove la storia, la cultura, i monumenti, i tipici scorci italiani?

Preferiamo pensare che questo sia il portale non ufficiale della città e che sindaco e assessore al turismo e alla cultura non ne sappiano niente e si dissocino da tale, volgare, operazione.

Per questo invitiamo tutti a mandare una mail di protesta ai realizzatori del portale e anche alle sopra indicate autorità.

Queste sono le mail di riferimento:

-   realizzatori portale: [email protected]

-   sindaco di Mantova: [email protected]

-   assessore alla promozione turistica di Mantova: [email protected]

-   ufficio cultura del comune di Mantova: [email protected]



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