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Le forbici della folla

Creato il 23 febbraio 2011 da Lucas

Molti si ricorderanno Ceausescu e la fine che fece con la moglie. Molti, altresì, si ricorderanno come, negli anni precedenti al crollo, col popolo alla fame, lui e la consorte facessero bagni a base di Dom Pérignon.

Nella speranza che Gheddafi faccia la stessa fine del suo ex omologo rumeno (da solo, senza amazzoni), leggiamo:

"In tempi normali, certamente, i ricchi e i potenti godono di ogni sorta di protezioni e di privilegi, che i diseredati invece non hanno. Ma non sono le circostanze normali che qui ci interessano, sono i periodi di crisi. Uno sguardo anche superficiale alla storia universale ci rivelerà che i rischi di morte violenta ad opera di una folla scatenata sono statisticamente più elevati per i privilegiati che per tutte le altre categorie [...] Penso che alcuni troveranno scandaloso veder figurare i ricchi e i potenti tra le vittime delle persecuzioni collettive allo stesso titolo dei deboli e dei poveri. Ai loro occhi, i due fenomeni non sono simmetrici. I ricchi e i potenti esercitano sulla loro società un'influenza che giustifica le violenze di cui possono essere oggetto in periodi di crisi. È la santa rivolta degli oppressi". (R. Girard, Il capro espiatorio , Adelphi, pag 38-9)

Cosa vuol dire questo? Vuol dire che la responsabilità della crisi sociale, sacrificale, culturale, politica, ed economica che investe una comunità, non è mai di un solo individuo, mai. Sì, qualcuno è più responsabile di altri. E il potente di turno lo è sempre di più. Ma la potenza del despota, nel mondo moderno soprattutto, è determinata da tante piccole impotenze che l'hanno consentita. Nel caso dei paesi arabi, attualmente investiti dalla "rivoluzione", l'impotenza principale che ha causato i vari regimi dispotici, è stato il beneplacito delle varie potenze ex-coloniali, che hanno tollerato per decenni e decenni tali regimi infami (il caso Iran è un caso a parte, speriamo non esportabile... comunque, ricordate lo Scià di Persia, vero?).

I dittatori si insinuano nel corpo sociale come i tumori nel corpo umano; quando avviene un generale abbassamento delle difese immunitarie democratiche, sia per cause endogene che esogene, c'è sempre qualcuno che scende in campo e s'attacca alle deboli istituzioni statali cominciando a parassitarle e a nutrirsene per il proprio esclusivo tornaconto. All'inizio, però, questo fenomeno si manifesta spacciandosi di agire nell'esclusivo interesse della nazione. Una società scaltra riconoscerebbe subito l'entità maligna e la asporterebbe senza troppa fatica. Una società inebetita invece saluta il fenomeno come cosa benigna e dopo sono cazzi amari, e dottori sottili non bastano. Occorre la strada, la piazza, la folla, unici bisturi, uniche forbici.


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