Il colore varia dal rosso dove la presenza di fuochi p più bassa, al giallo dove e il numero di incendi è più alto. Ogni punto della mappa mostra un hotspot rilevato nei primi dieci giorni di maggio dal Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer ( MODIS ) a bordo dei satelliti Terra e Aqua . Gli incendi sono più intensi al confine dei più grandi foreste, come l’Amazzonia, il Congo e la Siberia, e dove le foreste sono già frammentate e gli insediamenti umani sono più densi.
Una combinazione letale dalle attività umane, conversione di foreste naturali in piantagioni industriali, e cambiamento climatico, sta portando a un boom di incendi forestali.
La deforestazione si aumenta il rischio di incendi, dato che le foreste degradate sono meno umide e più soggette alle fiamme. Come in un circolo vizioso, quando una foresta scompare, diminuiscono le precipitazioni, e le temperature più alte e la siccità aumentano il rischio di ulteriori incendi. E poiché le foreste sono anche uno delle principali pozzi di stoccaggio del carbonio, la loro distrazione sta portando anche a un ulteriore riscaldamento globale. Le foreste assorbono attualmente circa un quarto delle emissioni di carbonio dei combustibili fossili, ma la deforestazione e gli incendi boschivi potrebbe invertire questa funzione di bilanciamento, e il degrado delle foreste potrebbe portare - e in alcuni casi sta già portando - a ulteriori emissioni di carbonio.
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