Le foreste casentinesi si estendono tra Arezzo, Firenze e Forlì per oltre diecimila ettari. Un tempo popolato ora il territorio è disabitato e molto più verde di qualche decennio fa. Nel versante toscano la selva aveva come proprietari i monaci di Camaldoli che la gestirono per circa otto secoli. Il versante romagnolo era dei conti Guidi, ma la foresta fu poi confiscata dalla repubblica di Firenze che la donò all' Opera del Duomo, l' abete era indispensabile per la costruzione di Santa Maria in Fiore.
Il passo della Calla segna lo spartiacque tra Bidente e Arno, ed è il punto di partenza di numerose escursioni. Si può salire al monte Falterona, al monte Falco oppure raggiungere l' Eremo di Camaldoli. Se si sceglie di raggiungere il sito dei camaldolesi, si cammina accanto alla riserva integrale di Sasso Fratino, attraverso una zona in cui esiste solo il tempo delle stagioni. Qui a metà percorso, vicino a Poggio Scali il Cai di Forlì, nel cinquantesimo di fondazione, collocò un' edicola mariana sulla quale escursionisti e pellegrini sono soliti lasciare un piccolo sasso.
Passeggiando nelle foreste casentinesi, storie, vite e leggende si intrecciano, l' uomo respira il sacro.
immagine di Teoderica