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"le gambe della sinistra", per una sfida da (ri)giocare.
Creato il 03 giugno 2014 da Alessandro @AleTrasforiniPuò esistere una "chiave di lettura" di una tematica tanto difficile come questa?
Può questa chiave definire una modalità di svolta capace di uscire da una crisi senza sosta e vie di fuga?
Le domande che fanno da seguito a queste prime poste sono, potenzialmente, infinite; in questo momento buio le visioni di destra e sinistra sembrano infatti (o sono state?) annullate, contrariamente all'insieme di problemi e disuguaglianze sociali che pare aver radicalizzato lo scontro fra classi sociali.
Da questi concetti di fondo si muove il libro "Le gambe della Sinistra", scritto dalla docente Elisabetta Amalfitano e pubblicato da "L'Asino d'oro Edizioni".
E' necessario indagare attraverso una società debilitata ed una politica screditata e ridicol(izzat)a per provare a trovare una risposta a queste domande, fondamentali per riabilitare un futuro degno di tale nota:
"[...] Cosa significa essere di Sinistra?
Se lo chiedeva Bobbio nel 1994 e la domanda è ancora attuale. A chi afferma che dopo il crollo del Muro di Berlino e degli Stati-nazione sono svanite le distinzioni fra Destra e Sinistra, questo libro replica che la linea di demarcazione è invece netta e necessaria per la vita stessa della democrazia.
Uguaglianza e libertà sono le gambe su cui rimettere in piedi l'identità di una Sinistra che ha smarrito il proprio senso: non più due ideali inconciliabili, ma essenziali l'uno all'altro per superare gli errori di un comunismo che ha dimenticato la libertà e di un liberismo che dimentica, oggi più che mai, l'uguaglianza. [...]"
Il fondo della questione riguarda proprio cercare di (ri)delimitare e (ri)motivare i confini di una parte politica che più di ogni altra dovrebbe (teoricamente) avere fra le proprie corde la necessità di abbattere o rendere meno invalidanti le disparità sociali e gli squilibri esistenti in una società.
La discussione nei confronti di una tematica tanto complessa, intricata e pericolante dovrebbe essere affrontata valutando le opinioni di voci autorevoli e motivate nel cercare una soluzione a quella "linea di demarcazione" netta e necessaria precedentemente definita.
Quali esponenti sono stati pertanto ascoltati ed intervistati per provare a rispondere consapevolmente ad un'argomentazione tanto difficile da declinare in fatti espressi e concreti?
"[...] Partendo dal dibattito tra Fabrizio Barca e Luciano Canfora [...] la ricerca proposta dall'autrice prosegue con una serie di interviste che coinvolgono, oltre allo stesso Canfora, sei autori contemporanei: Amalia Signorelli, Lorenza Carlassarre, Nadia Urbinati, Michele Ciliberto, Ernesto Longobardi e Massimo Fagioli. [...]"
Possono essere sintetizzabili una serie di parole chiave capaci di rievocare e ricondursi al campo semantico del concetto di Sinistra?
L'autrice propone, a questo proposito, un ventaglio piuttosto ampio di soluzioni e concetti:
"[...] Uguaglianza, libertà, umanesimo, laicità, cambiamento, conflitto, cultura, diversità sono le parole chiave che ricorrono nelle conversazioni.
[...] esse si configurano come gli ideali di cui occorre riappropriarsi e, al tempo stesso, che bisogna ripensare per definire il programma per la Sinistra del XXI secolo. Come se ciascuna di queste parole avesse bisogno di essere ripresa, fatta riaffiorare dalla polvere della memoria e, una volta lustrata e riportata alla luce del giorno, venga dotata di linfa vitale nuova, per far sì che si adatti alle nostre condizioni storiche e sociali e assuma significati nuovi e più profondi. [...]"
La sfida più grande, pertanto, sembra essere quella di restituire pregio e (pre)potenza a parole che si richiamano a concetti oggi non percepiti come all'ordine del giorno e delle agende politiche dominanti.
Inutile scrivere che, la Sinistra intesa e (ri)plasmata in chiave contemporanea, dovrà avere gambe e piedi forti e molto allenati a camminare su terreni ripidi e scoscesi. Nulla di più difficile ed importante attende attori, mestieranti ed interpreti di questa sfida.
Come sottolineato dall'autrice, come richiamato dai singoli dialoghi svolti con gli interpreti di un pensiero (forzatamente e socialmente) differente:
"[...] A una nuova antropologia corrisponderà una nuova cultura e una nuova politica.
Da millenni la cultura occidentale ha definito l'essere umano come tale perché dotato di linguaggio e di pensiero verbale e, su queste basi, ha spaccato in due gli individui assegnando alla ragione virtù e verità e a tutto ciò che razionale non è [...] vizio e falsità.
E' giunto il momento di superare questa ideologia e recuperare un individuo non scisso tra mente e corpo, tra coscienza e non coscienza.
Finalmente ci piace immaginare l'essere umano nuovo, che cammina dritto sulle sue due gambe: uguaglianza e libertà. Solo così la Sinistra potrà iniziare il proprio cammino e, con passo sicuro e fermo, seminare finalmente i propri avversari. [...]"
Cammino in salita, cammino (stra)colmo di problemi e tensioni morali.
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