Succede che si abbiano due gambe -diciamo per natura- che so bene che ce n’è d’ogni sorta e razza e cambiamento che mai alcuno s’è voluto, maledizione!
Dicevo che succede d’avere due gambe che vanno bilanciandosi l’un l’altra nel fare ciò che di comune e pur anco di strano e folle avviene d’ogni giorno.
Paiono gemelle ma a ben vederle da vicino son l’una lo specchio dell’altra e mai accade che a una venga voglia d’andare dritta e l’altra a rovescio; pare, così dice chi ben sa, che tutto nasca il movimento, in quel convulso tramestio che alberga nel cervello. E quindi vuoi pur dire che non son le gambe a far di testa loro ma sono mosse a filo come marionette?
Se tu sai bene d’anatomia sai che è pura ragione!
Ma.
Ma quando accade che una delle gambe abbia a far fatica, per un danno,un inciampo, una rottura, un blocco, una ferita, un freno, ecco che la gamba sana si muove a compassione e s’erge a difesa, a bastone, stampella e dirige, declama, fa spazio, attenzione e protezione.
Vuoi dirmi allora che è ancora quel cervello così rigido e sbruffone ad essere stato lui a dar d’insegnamento ad una gamba a far da d’aiuto all’altra?
Macche!
Io penso vi sia un cuore che sente compassione in ogni poro della pelle, nei nervi, ossa e legamenti e quel d’essere sempre accanto che fa delle gambe gemelle seppur di specchio, le anima di vita propria e puro affetto.
Chiara