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Le grandi storie d'amore degli assi del ciclismo, gli scandali, i drammi

Creato il 20 giugno 2012 da Ghlucio @ghlucio

Letture sotto l' ombrellone:: Le donne dei campioni

Le grandi storie d'amore degli assi del ciclismo, gli scandali, i drammi 

di Beppe Conti

dalla Prefazione: " Donne e campioni, donne speciali, donne che hanno lasciato il segno, donne che hanno scritto pagine importanti e curiose, drammatiche o struggenti, non soltanto nella storia dello sport, ma addirittura in quella del nostro costume. Sette donne che raccontano anche, forse loro malgrado, la storia del ciclismo in differenti epoche. Sette personaggi davvero unici nel loro genere, per una lettura che si spera risulti piacevole e ricca di aneddoti e di significati.

Le grandi storie d'amore degli assi del ciclismo, gli scandali, i drammi
Giulia Occhini Coppi era per tutti semplicemente la Dama Bianca, l’amante e poi la compagna del Campionissimo. Una vicenda che serve a rendere l’idea di quel che era l’Italia negli anni Cinquanta, una storia come oggi se ne contano a migliaia ma che in quei giorni fece epoca e spaccò davvero in due, come si è scritto tante volte, l’opinione pubblica. Coppi sposato con Bruna e papà di Marina, Coppi idolo delle folle, il più grande campione dello sport che abbia vantato l’Italia, che vive quella incredibile storia d’amore. Un immenso sentimento, perché al di là di ogni giudizio e di ogni presa di posizione, per Fausto s’è trattato all’inizio di un folle amore. Tenera e disarmante in tal senso la replica del Campionissimo a un giornalista amico, che gli chiedeva cosa stesse combinando con quell’intrigo. Coppi replicò con grande capacità di sintesi: «Ma tu, non sei mai stato innamorato?». Chissà cosa sarebbe diventato Fausto Coppi se a 40 anni quell’assurda malaria contratta in Africa, e non riconosciuta dai medici, non l’avesse rapito in cielo così giovane. Chissà, forse un industriale, un grande dirigente, un tecnico. E avrebbe vissuto sempre con Giulia? O sarebbe tornato da Bruna? O sarebbe rimasto solo? Donne e campioni, donne un po’ speciali che permettono ipotesi e congetture. 
Le grandi storie d'amore degli assi del ciclismo, gli scandali, i drammi

La vicenda di Jeanine Anquetil e del suo Jacques è degna di un film. E probabilmente un film verrà realizzato. Anquetil il sultano, Anquetil padrone dell’harem in quel castello in Normandia dove accaddero storie inenarrabili e che neppure un grande romanziere francese dell’Ottocento avrebbe saputo immaginare in quei termini.Jeanine che concede al campione la figlia Annie avuta da un medico, il primo marito, perché Jacques vuole a tutti i costi un figlio suo che non ha. Nasce Sophie, la quale racconta d’aver avuto sempre due mamme, un raro privilegio. E un papà che l’amava tantissimo. Ma non finì così la vita di Jeanine: leggete sino in fondo il capitolo che la riguarda. Sembra davvero un film. Si tratta invece di un’altra storia, che lascia un po’ inquieti.
 

Che personaggi i ciclisti, i grandi protagonisti di un’epoca ormai lontana! Aveva ragione Mario Soldati nel sostenere quella volta in tv che certi campioni (pensiamo a Coppi, a Bartali, a Girardengo e Binda) erano personaggi così grandi che i ragazzini avrebbero dovuto studiarli a scuola, come si fa con gli artisti del passato, come si fa con alcuni personaggi storici. I fratelli francesi Henri, Francis e Charles Pelissier fecero sognare le folle negli anni Venti e negli anni Trenta. Ma la figura di Camille turbò gli animi di tanta gente, in quell’epoca. Camille sparò all’amante, a Henri, il capo di quel trio, quando già questi aveva smesso di correre, con la stessa pistola con la quale due anni prima s’era suicidata la prima moglie, Léonie. Una storia ancora avvolta nel mistero. 

Molto più dolce e struggente invece la vita di Alfonsina, la corridora. L’unica al mondo che affrontò nel 1924 il Giro d’Italia fra gli uomini all’insegna di rocambolesche e inevitabili avventure di vita. Una vita che lei, pur sposandosi due volte, dedicò sempre all’amata bicicletta. 

C’è davvero un po’ di tutto in questa serie di ritratti strani e molto speciali. Monique era una spogliarellista, il folle e brevissimo amore di Michele Dancelli, grande campione di un’epoca recente. E serve a introdurre un tema che sempre fa discutere, il sesso, e soprattutto l’astinenza dei grandi campioni di un tempo. Nel ciclismo prima di ogni altro sport. Nel ciclismo il sesso è sempre stato considerato un tabù, un grande nemico da sconfiggere con accanimento. Alcune storie di astinenza dell’aureo passato adesso fanno semplicemente sorridere. Ma all’epoca crearono problemi enormi ai protagonisti.
E in tal ambito la donna ha sempre recitato nel ruolo pericoloso del diavolo tentatore. Sino agli anni Sessanta alle donne era addirittura vietato far parte della carovana del Giro d’Italia e del Tour de France

Le grandi storie d'amore degli assi del ciclismo, gli scandali, i drammi

Edita Rumsas, invece, per amore del marito ha scontato addirittura settantacinque giorni in galera. In Francia. Con lei si parla dell’eterno problema del ciclismo, un problema che in quest’avvio di millennio ha rischiato persino di travolgere lo sport della bicicletta: il doping. Edita ritornava dal Tour de France con un sacco di medicine nel bagagliaio della sua auto. Rientrava in Italia mentre il marito viaggiava verso Parigi e verso il podio al Tour nella scia dell’inarrivabile Lance Armstrong. Edita disse che quelle medicine erano per la mamma malata. Ma nella stagione successiva il marito venne trovato positivo a un controllo antidoping al Giro d’Italia, e venne squalificato. E poi, lui pure, arrestato per breve tempo. 

Ecco un’altra storia inquietante, come quella di Christina la cubista, il grande amore di Marco Pantani. Una storia a tinte forti che purtroppo per Marco finì troppo presto. Con Christina ancora al fianco sarebbe uscito dal tunnel della cocaina?C’è chi dice di sì, mentre mamma Tonina non è d’accordo. E non si mostra certo tenera nei giudizi su Christina la cubista. Insomma, storie di donne che fanno discutere e che appassionano. 

Ve le raccontiamo parlando anche dei loro uomini campioni e ricordando cosa hanno rappresentato nella storia e nella leggenda dello sport della bici. Mi auguro che i lettori troveranno questo libro interessante e piacevole".


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