Luxury goods of important brands have been sequestrated in the Zhejiang province because they don’t conform to the standards required by the Government. The piece of news went round the world.
Un episodio analogo si era già verificato nel 2006 a proposito di una partita di scarpe firmate Hugo Boss e Dolce & Gabbana. Adesso il numero di marchi europei nel mirino delle autorità cinesi è aumentato e i nomi coinvo
Nessun commento da parte delle case di moda chiamate in causa ad eccezione della maison Trussardi che ha tenuto a precisare che sono già scattate le misure per rettificare l’errore nell’etichettatura.
“Il Gruppo Trussardi, messo al corrente dell’accaduto, ha potuto verificare l’errore contenuto nelle etichette – si legge in una nota – e ha provveduto alla correzione. Siamo costantemente molto attenti alla qualità dei nostri prodotti e applichiamo severi controlli sui tessuti e sui materiali che utilizziamo per confezionare i nostri capi”.Come sottolinea il comunicato, gli uffici della griffe italiana nella Repubblica Popolare lavoreranno a sempre più stretto contatto con le istituzioni locali di riferimento, affinché non si verifichino più situazioni analoghe.
Ma sebbene le società, a differenza dei punti vendita coinvolti, non devano pagare ammenda, in quanto non registrate sul territorio cinese, resta l’impressione che il provvedimento rientri nel più ampio contesto delle tensioni tra l’Occidente e il Paese asiatico, spesso accusato di non rispettare i criteri delle reciprocità internazionale.