Tutte le delegazioni lasciarono Londra, lasciando però in loco uno dei membri per mantenere il contatto con la cosiddetta “Conferenza degli Ambasciatori”
Infatti il 17/12/1912, il giorno successivo all’apertura della Conferenza della pace di Londra, si era costituita a Londra la Conferenza degli Ambasciatori, per valutare il problema turco-balcanico da un punto di vista generale e nel suo complesso; ne facevano parte Sir Edward Grey (Impero britannico) e i 5 Ambasciatori a Londra delle altre 5 Grandi Potenze (Paul Cambon, Francia; Benkendorf, Russia; Guglielmo Imperiali di Francavilla, Italia, principe Mensdorff-Pouilly-Dietrichstein, Austria-Ungheria; principe Lichnowsky, Germania); essa tenne in tutto 63 sedute sino all’11/8/1913 (giorno successivo alla firma del Trattato di Bucarest che terminò la seconda guerra balcanica) e riconobbe l’indipendenza dell’Albania (nonostante le proteste dei serbi)
Intanto nei Balcani si tornava a sparare
Il 6/3/1913 i greci presero Yanya (Iōannina), eliminando così le ultime resistenze ottomane in Epiro settentrionale (doppiamente pericolose dal punto di vista di Atene in quanto, se il neo-Stato albanese fosse stato riconosciuto, cosa che i greci e i serbi non volevano ma era possibile come in effetti avvenne, c’era il concreto pericolo che i turchi di Yanya si “consegnassero” agli albanesi, fra cui c’erano molti ex-funzionari ottomani)
Il 26/3/1913, al mattino, Šukrī Pāšā si arrendeva; Edirne cadeva in mano ai bulgari e, seppure in modo effimero, divenne la bulgara Odrin, ОДРИНЪ nell’ortografia coeva (la Ъ finale, muta, fu abolita dai comunisti nel febbraio 1945; all’interno di una parola invece la stessa lettera si pronuncia eccome ed è trascritta ă come nel nome stesso del paese, Bălgarija); a Sofia e in tutta la Bulgaria vi fu un entusiasmo indescrivibile, narrano le cronache dell’epoca
Il 23/4/1912 Işkodra (Scutari di Albania) si arrese ai montenegrini, il che mandò su tutte le furie Leopold Berchtold, Ministro degli Esteri austro-ungarico che costrinse i montenegrini ad andarsene, dopo aver organizzato un blocco navale delle Potenze (che ottenne anche il blando assenso, sarebbe meglio dire non-dissenso, della Russia, ma che esacerbò Sazonov e, insieme ad altro, ebbe un ruolo nella durissima e ingiustificata posizune russa del tragico luglio 1914)
La Turchia aveva perduto le sue ultime “enclaves”.
Il 14/4/1913 Bulgaria e Turchia avevano firmato un armistizio; si tornò a parlare di ripresa della Conferenza di Londra, per giungere finalmente alla pace
Essa infatti si riaprì il 20/5/1913 e questa volta durò poco
Il 30/5/1913 (17 maggio v.s) alle h. 12.40 venne firmato a Londra il Trattato di pace preliminare fra l’Impero Ottomano (rappresentato da ‘Osmān Nizāmī Pāšā) da un lato e gli “alleati” balcanici (Serbia, Montenegro, Grecia, Bulgaria, rappresentati rispettivamente da Novaković, Popović, Skouloudēs e Danev) dall’altro
La Turchia cedette de iure tutti i suoi territori europei al di là della linea Enez-Midye (oggi Kıyıköy), in greco Ainos-Mēdeia, inclusa quindi Edirne; tutti questi territori, eccetto l’Albania sulla cui sorte e sui cui confini avrebbe deliberato a breve la Conferenza londinese degli Ambasciatori delle 6 Grandi Potenze, furono ceduti in comune ai 4 “alleati” balcanici che avrebbero dovuto dividerseli fra loro pacificamente (!
La questione balcanica sembrava risolta ed invece erano posti i germi di una nuova guerra, a brevissima, quasi telegrafica, scadenza
La stessa Turchia ne approfitterà per ritornare in gioco e salvare il salvabile
Filed under: Turchia Tagged: centenario delle guerre balcaniche, Giuseppe Mancini, guerre balcaniche, Massimo Vassallo