Mi ha detto frocio... Se l’acqua e il fuoco si chiamassero diversamente, che so io, gina e pino, o se per paradosso col nome di fuoco si indicasse quel bene così prezioso che disseta, lava e alimenta la vita del mondo animale e vegetale, e se, per contro, col nome di acqua si chiamasse
quello che arde e brucia sprigionando luce e calore, non cambierebbe di certo la realtà dell’acqua e del fuoco. Chiamare “omosessuale”, “gay” o “frocio” un uomo che sessualmente si sente attratto da un altro uomo, non cambia di certo la natura di quell’uomo. Come pure, chiamare “di colore”, “nero” o “negro” un uomo di carnagione scura, non cambia di certo la natura di quell’uomo. Cambia solo l’attribuzione dispregiativa o meno che s’intende dare di una realtà da parte di chi la nomina in maniera forbita o volgare. L’essenza della natura non sta nel nome delle cose, e non muta a seconda di come la si chiama, in quanto essa è. Il nome, la parola, rivela soltanto l’idea di chi con il suo vissuto e la sua soggettività, con la sua cultura e sensibilità, ha della realtà, che però resta vera, oggettiva e incontrovertibile, in quanto essa è.