Ma cosa succede quando il materiale pubblicato e condiviso riguarda i nostri bambini? L’autunno scorso AVG, azienda specializzata nella sicurezza informatica, ha pubblicato uno studio relativo alle digital footprints lasciate dai bambini. Si tratta di una ricerca che ha coinvolto diversi Paesi e da cui sono emersi dati in alcuni casi sorprendenti.
Il 34% delle madri ha dichiarato di aver postato online fotografie dell’ecografia. Il rapporto parla di un 33% di neonati che avrebbe immagini pubblicate in rete.
C’è chi apre un blog sul nascituro, chi crea un account email prima ancora della nascita e chi riempie i social network delle sue immagini in svariati contesti e occasioni. Sono il 70% i genitori che pubblicano foto dei neonati sui social network, a uso di amici e parenti.
Paradossalmente, dalla ricerca risulta come gli adolescenti sembrano più attenti alla tutela della propria privacy che non i genitori.
Occorre forse essere più attenti nell’uso che si fa degli strumenti offerti dal web. Intanto, non è detto che tutti i nostri contatti apprezzino le decine di foto che pubblichiamo costantemente sui nostri profili. Inoltre, alcuni social network hanno condizioni d’uso che, se leggessimo con attenzione, frenerebbero molti dei nostri istinti di condivisione. Facebook, ad esempio, prevede che ogni materiale pubblicato attraverso di esso diventi di sua proprietà. Quindi può succedere che la foto del vostro bimbo venga usata domani per una campagna pubblicitaria senza che nessuno debba chiedervi autorizzazioni aggiuntive, per il solo fatto che le abbiate caricate su facebook.
E’ importante essere consapevoli dei rischi che si corrono e conoscere i modi per difendersi. In questo senso è utile la guida per genitori pubblicata unitamente alla ricerca, con buoni consigli per un uso consapevole del web, rispettoso della privacy di tutti.
Foto di pmarkham