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Le Interazioni sul Web: ma chi ha cominciato?

Da Franzrusso @franzrusso

Le Interazioni umane sono dettate da un tipo di causalità molto diverso da quello lineare causa-effetto, dove esiste un inizio e una fine. Si tratta di una Causalità Circolare, dove sono le nostre emozioni sottostanti a innescare le reazioni. Osservare dall’esterno questo processo ci aiuta a capire che ne siamo parte integrante e a porre un punto affinché la Comunicazione sia efficace per tutti.

I processi che regolano le Interazioni e la Comunicazione sui Social Network sono lo specchio esatto di quanto succede nella vita reale, ma in un contesto assai più scivoloso.
Perché è pubblico, perché è sotto gli occhi di tutti in pochi attimi, perché è amplificato e perché spesso è sfalsato dalla mancanza di una conoscenza reale delle persone.
Abbiamo già parlato ampiamente di come i Social Network permettano, a chi lo vuole, di creare schermi e maschere di sé, o a addirittura personaggi ben lontani dalle persone che effettivamente stanno dietro ai monitor.
Sappiamo bene che Web e i Social Network sono Mezzi di Comunicazione, e come tali non sono direttamente colpevoli degli errori. Siamo noi a dover imparare ad usarli.
La messaggistica istantanea, che è esponenzialmente ogni giorno più diffusa, rende ancora più facile deviare le conversazioni, considerando che spesso sono solo le emoticon a far capire il nostro stato d’animo.

comunicazione-interazioni

Uno dei più importanti assiomi psicologici della Comunicazione, tuttavia, ci aiuta a comprendere l’importanza di conoscere la dinamica delle Interazioni.
Non è possibile Non Comunicare.
Ogni comportamento – perfino il silenzio e l’immobilità – è una Comunicazione.
Proviamo, allora, a chiederci insieme quali implicazioni ponga questo principio, prima di tutto nella Comunicazione Virtuale.

Come in qualsiasi interazione nella quotidiana realtà, rarissimamente succede che uno solo degli interlocutori inizi lo scambio. Così, dal nulla.
Uno scambio di parole, di accordi e disaccordi, di comportamenti.
La Comunicazione ha una caratteristica affascinante quanto delicata: è soggetta a una causalità circolare.

Abbandoniamo il pensiero che esista una causa cui segue un effetto in maniera lineare.
La causalità lineare, molto più meccanica e fisica, rientra difficilmente nelle relazioni umane.
Certo, è sempre possibile che all’improvviso qualcuno ci insulti o, viceversa, inizi a complimentarsi senza aver mai prima parlato con noi.
Se però una persona ci tira un pugno in faccia, o ci bacia, forse – io me lo chiederei – qualcosa abbiamo fatto.
Causa (= pugno o bacio) ed effetto (= stupore) non sono solo poco probabili, ma non convincono.
A meno che non si entri nella PsicoPatologia delle Relazioni, che non è il nostro campo di indagine.

La realtà di un’Interazione Circolare è più complessa, ma vale la pena comprenderla bene affinché la nostra Comunicazione sia vincente anche sul Web.
Perché sia più facile da riconoscere, proviamo a porci come osservatori esterni di una conversazione.
Essere all’esterno ci regala la prospettiva giusta, perché il mondo emozionale di chi non è direttamente coinvolto non solo è generalmente imparziale, ma sicuramente è meno potente.

Ci accorgiamo, ad esempio, che Tizio espone la sua opinione e Caio la prende come un’offesa personale e ribatte a sua volta ponendosi in difesa. Tizio cade dalle nuvole e si chiede cosa stia facendo Caio, ma non rimane inerme e ribadisce con più forza la sua posizione.
In un’Escalation di Comunicazione che esce da ogni schema previsto inizialmente.
Questo forse significa che Tizio ha incominciato per primo (Causa) e Caio ha semplicemente risposto (Effetto)?
Sembra.
Eppure nelle Relazioni Umane e nella Comunicazione che ne intercorre molto difficilmente è così davvero.
Quello che più consciamente è accaduto è che Tizio ha esposto la propria opinione già in risposta a reali o presunte aspettative di Caio, o di altri che non sono Caio. Tizio non ha iniziato per primo: ha risposto a sua volta.
Strano?
No. E’ prerogativa della Natura Umana, dove il Confronto non è mai facile. Perché vincono più frequentemente le aspettative, i desideri e la paura del giudizio, il bisogno di prevaricare e di tracciare il confine di sé.
Più o meno coscientemente.

In termini tecnici si parla, a questo punto, di Punteggiatura della Comunicazione Umana.
Il porre, cioè, un punto da cui organizzare la successiva sequenza di eventi comunicativi.
Se, infatti, non esiste una comunicazione che inizia nel senso assoluto del termine – quindi Tizio non è la causa – è pur sempre possibile fermare il processo della Comunicazione, almeno il tempo sufficiente perché gli interlocutori coinvolti si possano rendere conto di quanto sta accadendo.
E diventare consapevoli che non c’è mai chi inizia e chi finisce, ma c’è un processo circolare, dove causa ed effetto si ripropongono e si scambiano le parti.

Organizzare la sequenza delle Comunicazioni è particolarmente importante nella Comunicazione Virtuale. L’assenza del Linguaggio del Corpo e delle espressioni gestuali rende più difficile la comprensione delle Interazioni, soprattutto delle emozioni che spingono ad interagire e che, in ogni caso, sottostanno all’Interazione.
Il Leader, per esempio, nella Cultura Occidentale ha uno Stile Comunicativo ben preciso, e ci sia aspetta che sia tale. Se però venisse a mancare il Seguace, non ci sarebbe più un Leader: la sua Comunicazione perderebbe ogni efficacia.
Potremmo noi stabilire chi è più “importante” nella circolarità di causa-effetto che ha la Comunicazione?
Il Leader o il Seguace detengono entrambi una posizione necessaria per coesistere.

Tuttavia, proprio gli innumerevoli disaccordi che nascono nella Punteggiatura della Comunicazione sono i responsabili dei frequenti conflitti relazionali anche e soprattutto virtualmente.
In altre parole, se sia Tizio che Caio rimangono convinti di essere stati vittima di una precedente offesa o polemica da parte dell’altro, il processo comunicativo è destinato all’ostilità. O almeno a un monotono scambio di messaggi assolutamente non costruttivi.
<<Io mi comporto così perché tu mi offendi>> – <<Io ti offendo perché tu ti comporti così>>.
La possibilità di risolvere una tale Comunicazione statica e polemica è pressoché impossibile dall’interno.
E’ di nuovo il porci all’esterno della conversazione che ci può fa comprendere l’inutilità di tale processo, dove a litigare non sono le opinioni, ma più spesso le emozioni sottostanti.

Per tornare a Comunicare in maniera costruttiva ed efficace è, quindi, necessario distaccarsi e darsi la possibilità di prendere coscienza di ogni processo circolare che si è messo in atto.
Arrivando – con piena soddisfazione di tutti – a rinunciare alla pretesa che la serie circolare abbia realmente avuto un inizio.

La parola a voi: cosa ne pensate?

Image Credits: @vege #92551857 via Fotolia | franzrusso.it 2015


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