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Le interviste dei Serpenti: Francesco D’Isa

Creato il 18 gennaio 2012 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

Francesco D'Isa Nato a Firenze nel 1980, Francesco D’Isa è un artista difficilmente descrivibile e presentabile. Le sue opere, in bilico tra l’illustrazione tradizionale, il collage e l’arte digitale, dopo essere state pubblicate sulla rivista letterario-artistica “Mostro” (da lui co-fondata) hanno attirato l’attenzione e sono state esposte in varie gallerie, non solo in Italia. Dalla rappresentazione di donne algidamente sensuali, cibernetiche e allo stesso tempo mitologicamente archetipiche si è sviluppato il progetto artistico Pornsaints, che mescola pornografia, arte e trascendenza.
A fine 2011, D’Isa ha pubblicato con nottetempo I., il suo primo libro. Composto da illustrazioni di autori vari, tutte utilizzabili poiché di pubblico dominio o sotto licenza Creative Commons, I. è la storia della ricerca di un’identità, una sorta di “romanzo” di formazione fatto di immagini e parole (sia originali che “rubate” e riadattate da altri autori). Il suo protagonista compie un viaggio alla ricerca di sé stesso imbattendosi in filosofi, pseudo-divinità, millantatori, sirene vacue, cercando risposte, provando ad amare, studiando, andando in guerra. La risposta che troverà è la non-risposta per eccellenza, eppure l’unica possibile.
Abbiamo incontrato Francesco D’Isa e gli abbiamo fatto qualche domanda.

Chi è I?

Bel tentativo. Non te lo dico.

Di solito questa domanda si fa ai romanzieri, ma noi la facciamo a te: I. è un libro autobiografico?

Non volutamente, ma lo è. A rileggerlo è un’autobiografia dei pensieri della mia vita (tendenzialmente leggermente più interessanti dei fatti della mia vita). Dal capitolo sulla guerra invece, è un’autobiografia del mio futuro.

Le interviste dei Serpenti: Francesco D’Isa
Come nasce l’idea di creare un libro utilizzando illustrazioni di altri invece che le tue?

Tendenzialmente per pigrizia e per assenza di denaro: volevo scrivere una storia lunga, ma sono molto lento a disegnare, e per farlo ci avrei impiegato troppo tempo. Di conseguenza, ho deciso di lavorare con immagini altrui; a dire il vero ci ho messo comunque tantissimo tempo per la scelta, il montaggio etc., ma una volta iniziato non potevo tirarmi indietro – dovevo solo trovare una scusa per iniziare.

Come sei arrivato a pubblicare proprio con nottetempo?

Ho mandato il “manoscritto” a varie case editrici, che mi hanno o risposto negativamente, o non risposto, o risposto dicendo qualcosa come “bella idea davvero, ma davvero esagerata ed incommerciabile”. Nottetempo ha risposto che era interessata, e della cosa mi sono molto rallegrato e li ringrazio ancora. Per dare vita ad un’opera come questa ci vuole coraggio sia da parte dell’autore che dell’editore.

In I. si notano molte influenze letterarie, filosofiche, iconografiche: puoi dirci quali sono i tuoi punti di riferimento culturali?

Questa domanda rischia di diventare un estenuante elenco. Non ho punti di riferimento particolari, qualunque cosa mi abbia colpito è per me una sorta di riferimento. Dentro I. ci sono filosofi, pittori, scienziati, religiosi, musicisti, poeti, registi, scrittori ma anche amici. Tutti (quasi tutti) coloro che ho incontrato, tutti coloro che mi hanno detto qualcosa o mi hanno fatto pensare a qualcosa.

Tu abiti a Berlino. Perché hai deciso di lasciare l’Italia? È più facile per un artista vivere altrove?

Se un artista decide di imparare una lingua (difficile), abbandonare una città bellissima come Firenze, fare a meno dei contatti sviluppati in una vita, starsene di inverno a -20°, la risposta non può essere che o sono un completo idiota, o sì, è più facile. Essenzialmente, come mi fece notare un amico (artista), a Berlino se sei un artista, sei un artista, nessuno ti chiede “sì, ma cosa fai davvero?”. Tutto quello che un atteggiamento mentale come questo denota, rende più facile un percorso difficilissimo come quello dell’artista.

Le interviste dei Serpenti: Francesco D’Isa
Parlaci del tuo progetto Pornsaints. Cos’hanno in comune arte, pornografia e religione?

Anni fa, Gregorio Magini, scrittore (La famiglia di pietra, Round Robin 2010) e mio carissimo amico, mi disse qualcosa come “disegni sempre donne nude, perchè non lavori con le porno star?”. Da lì il passo alla fondazione di Pornsaints (www.pornsaints.org) è stato relativamente breve. Come prima cosa scrissi un saggio/divertissement sul tema “pornografia e trascendenza”, che vi invito a leggere (http://www.gizart.com/pornsaints.pdf)  se davvero siete interessati a sapere cosa hanno in comune questi tre elementi. L’idea di Pornsaints è piaciuta molto, ci ho lavorato sopra ed ho esteso il progetto ad altri artisti. Oggi il gruppo riscuote un buon successo internazionale, abbiamo esposto in Europa ed USA sia in gallerie d’arte che presso festival pornografici.

Negli ultimi mesi si è assai parlato di Generazione TQ. Al di là delle valutazioni sul movimento culturale, tu – in quanto trentenne – come vedi la tua generazione? Quali sono le sue radici, quali le influenze che ha subito e quale la strada che sta percorrendo?

Domanda difficile. Sul movimento culturale non so niente e dunque non mi esprimo. Ma come trentunenne posso dire che ad un primo sguardo la mia sembra una generazione abbastanza maledetta, che vive uno spirito in odor di anni ’30, lo spirito di chi sa che soffrirà molto – ma non ora, non ancora, tra un po’. È una generazione che ha i pregi ed i difetti della decadenza che in parte le è imposta, che non riesce a costruire niente perché il futuro – già precario per definizione – per noi è ridicolmente troppo precario. È una generazione costretta a non avere radici profonde, che cerca la stabilità in altro. Senza una casa che non sia quella di un altro. Senza una patria. Che vive con la sicurezza della fine del mondo, magari non tutto il mondo, ma sicuramente di quello in cui siamo nati ed ormai cresciuti. È una generazione che per amare è costretta a strazianti eroisimi, e che per questo spesso non ama, o non abbastanza. Una generazione scagliata così a calci in culo nel profondo abisso del mondo che cerca di rifiutarlo con frivolezza. Direi tendenzialmente che sono parte di una generazione che sta per impazzire per qualcosa, perché ha bisogno di qualcos’altro.

Per approfondire:
il sito di Francesco D’Isa
il sito di Pornsaints
la pagina di I. sul sito di nottetempo


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