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Le interviste impossibili 3

Creato il 21 febbraio 2011 da Patuasia


Alla vigilia del primo congresso di Alpe, Patuasia ha intervistato Elio Riccarand.

L’Alpe si è presentata come un partito nuovo, ma i suoi leaders sono politici di lungo corso, in cosa consiste dunque la novità?

L’idea che ha ispirato la creazione di Alpe è nuova. Si tratta di creare in Valle d’Aosta un grande movimento politico che non è emanazione locale di un partito nazionale, non vive di luce riflessa, ma di radicamento nel territorio. E nello stesso tempo è nutrito di valori ed ideali di carattere generale che vanno al di là dell’ambito locale. Anzitutto la democrazia, la partecipazione e l’ecologia. Che poi fra i promotori ci siano persone di lunga esperienza politica non è di per sè un male, se si mettono al servizio di un progetto alto. Basti pensare all’esperienza di Europe-Ecologie in Francia in cui il gruppo dirigente è piuttosto anziano, eppure sa interpretare al meglio esigenze di rinnovamento e cambiamento.

Ma l’idea ispiratrice c’è ancora o si è persa per strada? E che dire della sterilità dell’opposizione in Regione e del fatto che nel Consiglio comunale di Aosta Alpe appare silenziosa e non riesce a farsi ascoltare dai media?

Fra l’idea e la sua realizzazione c’è indubbiamente uno scarto. Alpe fatica ad essere incisiva, manca sprint, organizzazione, difettano idee forti. Ma bisogna dare tempo al nuovo Movimento, siamo solo agli inizi. Mica ci giochiamo tutto nell’arco di alcuni mesi. Bisogna fare un lavoro in profondità. Ci sono delle grandi potenzialità, ci sono molte persone che guardano con interesse al nostro tentativo, ci sono ampi spazi di miglioramento.

Nel raggruppamento dell’Alpe, i più emarginati sembrano essere gli ex Verdi, non tanto per numero quanto per la linea politica. Infatti l’opposizione di oggi non è paragonabile per incisività a quella svolta in passato dai Verdi, perchè questa debolezza?

Le idee dei Verdi sono più che mai diffuse e vincenti. Mai in passato concezioni ecologiste quali lo zero rifiuti, l’economia a chilometri zero, il cemento zero, la cura del ferro, l’energia solare ecc ecc si sono incardinate in un movimento politico valdostano che raccoglie dal 15 al 20 per cento dell’elettorato valdostano e sono diventate patrimonio di associazioni, comitati, gruppi spontanei molto attivi sul territorio. Non bisogna guardare solo alle sedi istituzionali, la vera politica è fatta soprattutto di azioni dal basso e di cultura.

Il 5 marzo il Congresso di Alpe, un partito che ha bruciato molte energie e speranze sul nascere, quali sono le prospettive? Ed è possibile che recuperi quella fiducia che ora viene in parte a mancare?

Come ho detto, il Galletto ha delle grandi potenzialità. Ma non è una entità astratta, è fatto da persone e  il Congresso sarà deciso da chi parteciperà. Sarà un Congresso aperto, con un dibattito vero, con una proposta di Statuto innovativa e spero che emerga una strategia nitida. C’è la necessità e la possibilità di aprire anche in Valle d’Aosta una fase politica nuova e c’è bisogno di un soggetto politico combattivo, incisivo, efficace, capace di unire tante energie. Il mio invito è di provarci, di crederci.


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