In occasione della prossima uscita di “Jaguarà” negli Stati Uniti, ho incontrato Margaret Gaiottina per un’intervista.
Orlando Saxton ancora non sa che il padre ha assunto per lui un’assistente cieca. Seducente e arrogante chirurgo plastico, l’ultimo rampollo dei Saxton è tanto abituato all’effetto che provoca nelle femmine del suo genere da aver bisogno di diversivi sempre più eccitanti per soddisfarsi. Del resto le donne dissolute che frequenta sono ben liete di offrirgliene. Maya O’Byrne, dal canto suo, abituata a cavarsela mescolando fiducia nel prossimo e istinto per il pericolo, resta spiazzata dal profumo insolito che circonda costantemente il suo nuovo principale: un odore oscuro, di selvaggio e di foresta tropicale. Ma l’immaginazione tanto sviluppata in persone come lei, basterà per preparare Maya alla verità? E soprattutto saprà il cuore di Orlando resistere a un candore tanto impavido e letale?
Chi è Margaret Gaiottina? Non le solite cose, ti prego.Sono (sono stata, ormai) un giovane avvocato, vissuta a Roma fino a vent'anni e poi trapiantata in Sicilia per seguire mio marito che viveva lì. La mia parentesi in provincia di Enna è durata nove anni, tra alti e bassi. La vita di paese può essere piacevole per alcuni versi e triste per altri. Quando i "versi " tristi hanno superato quelli felici, e ci sono voluti nove anni, sono tornata con marito e due bambini al seguito, nella capitale. A reinvertarmi una vita. Ed è andata bene.Come ti sei avvicinata alla scrittura?Nonostante gli studi classici non ho mai scritto niente in vita mia, neanche una riga, tranne citazioni e memorie difensive. A un certo punto, ho scoperto il mondo delle fanfiction pubblicate nel web e ho iniziato a leggere, leggere, leggere. E più leggevo più mi appassionavo, pensando che forse anche io avrei potuto scrivere qualche fiction.Scrivere fiction non era difficile, i personaggi erano già "fatti" e io mi divertivo. Il caso si mise di mezzo: "incrociai" sul web un editor di MammaEditori che, in mezzo a quello stile acerbo e privo di tecnica, aveva visto un non so che di buono e mi chiese se volessi scrivere qualcosa di serio. Da lì iniziò la mia occasione.Arriviamo così al tuo primo romanzo."La sedicesima notte" fu un tentativo un po' maldestro e altalenante di approccio alla scrittura che ha avuto però il merito di farmi conoscere. Parliamo del 2009. E poi?Seguirono "L'Alba della chimera" e "Un nido di terra per la donna cristallo". Infine Jaguarà. E a Natale 2014 uscirà un nuovo romanzo, tutti pubblicati con MammaEditori. Sono fondatrice di un team di scrittura: ci chiamiamo la Bloody Roses Secret Society e siamo una squadra al femminile dedita al miglioramento continuo. In genere gli scrittori sono un po' vanagloriosi, noi siamo invece alla ricerca di quel qualcosa che fa scattare la fatidica molla di irresistibilità nel lettore.Adesso parlaci di “Jaguarà”.Quando inizio un romanzo, la prima cosa che prevedo è la lezione magistrale: il libro dovrà andare a dimostrare qualcosa, porterà un messaggio. La lezione magistrale di Jaguarà è: in un mondo in cui bisogna essere ricchi e belli per risultare vincenti, il ricco e bello si scopre incompleto senza una donna che non è ricca e ha anche l’handicap della cecità.Mi serviva un protagonista "stronzo". La mia editor fece un salto sulla sedia quando lo seppe, ma mi impuntai. Ormai potevo farlo. Ne venne fuori Orlando Saxton, un'anima tormentata, un giovane chirurgo plastico rampollo di una famiglia della Sussex bene, contea del New Jersey. Orlando vive in un mondo in cui la bellezza è fondamentale. Le donne vengono da lui per ricostruire seni e labbra, per essere sempre al massimo del fascino. Ma non è tutto oro quel che luccica e Orlando ha una perversione particolare: frequenta locali per scambisti, ha delle esigenze e quello è l’unico modo che conosce per soddisfarle. Fin qui Jaguarà sembrerebbe uguale a tanti romanzi che io definisco “Love & Pepper”.Simpatica definizione, ma per Orlando non è tutto qui. Altrimenti avrei rifatto Cinquanta sfumature e via con il coro…La sua non è una vita facile, si porta dietro una maledizione che affonda le radici nella malvagità di un avo nazista. L'antenato dei Saxton, Helmut Von Sachs, era un medico nazista che conduceva esperimenti genetici nei lager; riparato in Brasile nel secondo dopoguerra, aveva continuato i suoi esperimenti genetici sui bambini, utilizzando come cavie i piccoli indios. Nelle piantagioni brasiliane si era diffuso il terrore per il fantasma bianco che di notte faceva sparire i bambini e per gli strani mostri che essi diventavano, se mai venivano ritrovati. La crudeltà di Von Sachs sembrava poter continuare a seminare indisturbata morte e terrore, ma dalle montagne gli indios riuscirono a evocare un potente e giovane sciamano. L’uomo, in una notte illuminata dalle torce per la caccia al fantasma bianco, incontrò il medico con un piccolo indios sotto il braccio e pronunciò la sua maledizione “La tua famiglia si distruggerà: il fratello mangerà il fratello” e dopo aver segnato col marchio del giaguaro Helmut , l’indio segnò se stesso col marchio del serpente, nemico giurato del giaguaro. Per effetto della maledizione, Helmut Von Sahs quando il cuore avesse superato le 70 pulsazioni, avrebbe visto trasformati il fisico e i lineamenti. Il viso si sarebbe fatto tirato, le iridi sarebbero diventate gialle, gli zigomi sporgenti, la muscolatura più accentuata e le unghie sarebbero divenute retrattili e taglienti come rasoi. Così anche i denti. Si sarebbe trasformato in Jaguarà, l’ uomo giaguaro. Per effetto della maledizione, il settimo discendente maschio dei Von Sachs sarebbe stato un Jaguarà, l’uomo giaguaro, e ne avrebbe portato impresso il segno dietro la nuca. Altrettanto per lo sciamano: ogni settimo discendente maschio della sua famiglia sarebbe stato un uomo serpente. Tra i due, il nazista Jaguarà e lo sciamano, avvenne una lotta nella foresta. Il giovane serpente nero ebbe il sopravvento, uccise Von Sachs e il fantasma bianco cessò di tormentare le genti indie.Con la maledizione, il romanzo esce da qualsiasi somiglianza a quegli erotici che stanno infestando le librerie di tutto il Paese. Continua.Orlando, che è il settimo discendente dei Von Sachs, che hanno cambiato il loro cognome in Saxton una volta trasferitisi in New Jersey, reprime a stento la frustrazione di dover dissimulare la propria natura per integrarsi con il mondo. Vive la sua condizione con rabbia e senso di impotenza, non riesce a tenere a freno la propria vera natura e il dover fingere di essere normale ogni giorno gli procura un disagio che diventa rabbia e aggressività.Nello stesso tempo volevo fortemente una protagonista femminile cieca. Perché cieca?Mi piaceva l'idea della debolezza fisica contrapposta a una tempra interiore come l'acciaio. La mia Maya infatti è fresca come la primavera, ma in grado di superare ogni ostacolo. Orlando non avrà vita facile con lei, allora.Infatti. La trama si dipana in una superiorità iniziale di Orlando, che è in vantaggio rispetto a Maya per ovvie ragioni, ma che nel corso del romanzo dovrà piegarsi alla forza dei sentimenti.Perché Orlando e Maya si incontrano?Orlando si trova costretto ad accettare Maya come assistente personale; è suo padre che gliel'ha imposta poiché ritiene che la ragazza, in quanto figlia dello storico maggiordomo di famiglia, possa essere a conoscenza del segreto che li riguarda, risalente ai tempi in cui i Saxton erano fuggiti in Brasile. Orlando fa di tutto per ostacolare l'inserimento di Maya nella clinica, riuscendoci piuttosto bene. E da qui si dipanano alcune situazioni che mescolano il segreto di Orlando alla forte personalità di Maya che non vuole arrendersi né piegarsi di fronte alla sua arroganza.Ascoltandoti ho rivissuto la tensione provata nel leggere il romanzo. Ti ho chiesto questa intervista perché mi è giunta voce di un volo oltre oceano di Jaguarà. È vero?Jaguarà è stato tradotto per il pubblico americano e sta per debuttare sul mercato statunitense con il titolo di "Wild Senses". È un'emozione non da poco, di cui sento responsabilità e aspettative. Le americane sono strane, ma io spero che piacerà. E poi sono tante, lo dico con estrema sincerità. In corso di traduzione sono stati fatti degli aggiustamenti fonetici, perché sembra che dei termini siano simili da un punto di vista, appunto, fonetico: tipo la contea di Sussex e il cognome della famiglia: Saxton. Sono consapevole della grande opportunità che mi è stata data e non nego un certo batticuore.
Non mi resta che farti i miei migliori auguri per questa nuova avventura, Margaret. Buon viaggio a Jaguarà, dunque. Grazie per la tua gentilezza e per l'opportunità che mi hai dato.