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Maria Letizia, grazie per questa intervista improvvisata. Ti tengo lontana da quella succulenta merenda letteraria?In questo momento, sono così tesa che non riuscirei nemmeno a bere un goccio d’acqua, figurati a mangiare un arancino…Bene. Bene per me. Così posso sequestrarti senza (troppi) sensi di colpa. Ecco un divano comodo. Sediamoci.Sono qui. Fai di me ciò che vuoi.Un romanzo ironico e autoironico. Piacevole. Interessante. Eppure, sotto sotto ho letto un velo di malinconia. Sbaglio?No, non sbagli. In effetti, il libro nasce come “cura” in un momento di grande sofferenza personale. Parecchio tempo fa. Mentre scrivevo, mi sono resa conto che la storia e i personaggi che avevo creato erano diventati divertenti. Addirittura, dalla penna è uscita una storia d’amore, leggera, soprattutto è nata una buffa (buffa tra molte virgolette) gara tra felicità e dolore. Una specie di guerra civile. E alla fine, la felicità ha vinto. Con mia somma sorpresa. E gratitudine.Eri guarita?Forse non guarirò mai, perché i ricordi dolorosi fanno parte di me e hanno contribuito a rendermi quella che sono oggi. Ho superato la rabbia sterile, quella sì, che m’impediva di vivere.
Perché tiri in ballo il pesce palla?
Il pesce palla è una bestiolina di modeste dimensioni. Per sfuggire ai predatori, si gonfia fino a raddoppiare la propria mole. Non sempre gli va bene, però lui ci prova. In un certo senso, anche Emy si comporta così. E spesso le va malissimo.So che il romanzo è rimasto nel cassetto per molto tempo.Sì, è vero. Non avrei mai pensato di proporlo a una casa editrice. È successo per caso. Un amico mi ha chiesto di consigliargli un giovane autore per una pubblicazione. Gli ho detto (ricordo la mia voce, sottile e imbarazzata. Ero rossa come il proverbiale peperone) che… veramente… forse… guarda caso… un romanzo nel cassetto l’avevo io… Gli ho spedito il manoscritto, gli è piaciuto e l’ha proposto alla Casa Editrice per cui lavora. Da pensionato che non sa allontanarsi dall’attività che l’ha impegnato per tutta la vita. Il caso? Certo, però se il manoscritto fosse stato senza valore, sarebbe tornato nel cassetto alla velocità della luce!(ride). È vero, meno male che è piaciuto.Meno male per noi. La bassotta Lola ha saputo che c’è un altro romanzo in lavorazione. È vero?Quella bassotta è il tuo agente all’Avana?Precisamente.Beh, ha ragione. Intendiamoci, sono ancora a “carissimo amico”, come si dice a Roma, quindi prima di proporlo a una Casa Editrice passerà chissà quanto tempo. Comunque, sì, sto lavorando.Qualche anticipazione?Potrei dirti qualunque cosa. Ricordati la genesi di “porca pupazza, no!”, che è nato come sfogo interiore ed è diventato un romanzo leggero…La classica “lettura sotto l’ombrellone”? Odio questa espressione.Anch’io.Sminuisce questi romanzi “leggeri” che ci aiutano a sorridere e a prendere la vita con ottimismo.Provo un rispetto profondo per questo genere. Mi ha spesso aiutato a superare giornate buie e momenti difficili.Urrà per il rosa contemporaneo, venato d’ironia?Urrà.Torniamo al romanzo. La protagonista sei tu? Visto anche il punto di partenza della scrittura.Mi assomiglia molto, soprattutto all’inizio. È fragile, è forte, cerca di conciliare le mille incombenze della vita di tutti i giorni. Anche come età siamo lì. E condividiamo l’amore per la bicicletta.Siamo in due. Giovane età a parte, ho appena comprato una bicicletta. A pedalata assistita, perché le salite impervie di Roma cominciano a uccidermi.Salite come quelle di Via Gregorio Settimo?Proprio come quella. L’amicizia ha una parte importante nel tuo romanzo.Gli amici sono pochi nella vita di Emy, ma sono così dolci e così terribili che costituiscono un pilastro fondamentale nella sua vita.Le danno forza?Emy morde la vita, in questo si allontana da me, supera le difficoltà. Accetta una verità dolorosa: la vita ti spinge un passo avanti e poi ti rimanda indietro. Eppure, non si arrende. Gli amici l’aiutano. Come l’aiuterà l’amore. Credi che sia possibile l’amicizia fra un uomo e una donna?Certo. Io ne sono un esempio. Tutti gli altri pensano che fra noi ci sia stato un sentimento amoroso. O che ci sia adesso. O che ci sarà. E, invece, siamo amici. Litighiamo, ci mandiamo a quel paese a vicenda, ma ci siamo sempre l’uno per l’altra.La gente comincia a guardarci male. Credo che sia arrivato il momento di presentare il tuo romanzo. Auguri. Sei tesa?Tesa? Io? Sto morendo di paura.
Andrà tutto benissimo.Ricordo il libro di Maria Letizia Maffei:
Se vi è capitato di rimanere ingolfati nella vostra stessa vita, di dover far quadrare un bilancio emotivo in rosso, di dover combattere con la rassegnazione, le sbronze, il colesterolo, le bugie, un ex capo, e le ruote bucate; se vi siete fatti domande del tipo: "Come mai con me gli uomini mentono sempre? Quest'uomo è un valore aggiunto per me oppure è solo superlavoro?". E se avete detto frasi del tipo: "Facile desiderare culetti sodi se poi a voi non viene chiesto neanche di lavarvi i denti!", allora vi riconoscerete un po' in questa storia che è un viaggio comico e tragico attraverso la passione per la bicicletta, il sesso, l'amicizia, l'amore e il lavoro di una giovane donna che cerca di restare a galla grazie alle sue risorse.http://www.amazon.it/Porca-pupazza-strategia-pesce-palla/dp/8868263661/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1408950900&sr=8-1&keywords=porca+pupazza+no
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