Ieri sera ero con alcuni amici australiani, italiani e libanesi (pessimo miscuglio, lo so) nel mio locale preferito di Abu Dhabi quando, improvvisamente, mi sono resa conto che il nostro tavolo era circondato su tre lati da gruppi di italiani (mentre sul quarto lato c’è un ristorante italiano). Alcuni carini e gradevoli, altri volgari e spocchiosi come si addice ai temibili IaE (Italiani all’Estero, ndr), la versione decontestualizzata (e quindi amplificata) dei vizi dell’IiP (Italiano in Patria, ndr) medio.
Bei tempi quando, ormai quattro anni orsono, sono arrivata e gli abudhabini, praticamente non conoscendo alcun italiano, mi affibbiavano le nazionalità più disparate e mi ponevano le domande più assurde (“dov’è l’Italia? vicino la Russia?” “ma è vero che in Italia guidano tutti la Ferrari?” “in Italia si parla lo spagnolo o l’olandese?” “è vero che in Italia c’è la mafia? tu lo conosci qualche mafioso?”). Ora, purtroppo, anche qui si cominciano a conoscere gli italiani e sui quotidiani ogni tanto spuntano notizie riguardanti lo Stivale: e, ahimè, la domanda più frequente è diventata “ah, italiana! ma il tuo presidente non è quello che sta con una minorenne?”. Provate voi a rimettere le cose a posto adesso.
p.s.: a proposito di IaE, qualche giorno fa sono andata a mangiare da Spaccanapoli, il ristorante italiano del Crowne Plaza… ma nella cucina di un albergo a 5 stelle è tanto difficile dosare la sapidità di un piatto?
p.p.s.: wow, ieri era il primo compleanno del blog! e chi se lo aspettava che la mia voglia durasse tanto?!
- ascolto: Povera Patria (Franco Battiato)
- mood: abbattuto
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