E’ da mesi che si fa un gran parlare di una nuova riforma delle pensioni, che dovrebbe permettere di salvaguardare gli ultimi esodati rimasti fuori dai precedenti interventi governativi e di aumentare la flessibilità in uscita rispetto a quanto previsto nella riforma Fornero.
La modifica alla flessibilità in uscita inserita nella Legge di stabilità 2016
Renzi promette che un miglioramento della flessibilità in uscita sarà inserito già nella Legge di stabilità 2016, ma non è possibile dimenticare che in questi ultimi mesi è stato tutto un’alternarsi di ipotesi e di smentite; la prima proposta formulata dal presidente dell’INPS Tito Boeri, almeno sino ad ora, non sembra essere stata presa in considerazione, poiché sarebbe decisamente impopolare. Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro, si è battuto per prevedere una pensione anticipata al raggiungimento della quota 100, ossia l’accesso alla pensione per tutti i lavoratori che, sommando gli anni di età e la contribuzione versata, arrivano a 100. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, smorzava le aspettative di tutti, durante un question time alla Camera, dichiarando che il governo non intendeva apportare delle modifiche strutturali alla riforma Fornero, poiché tale tipo d’intervento sarebbe andato contro i principi di stabilità dei conti nel sistema pensionistico.
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, all’inizio di settembre, partecipando al Forum Ambrosetti, dichiarava che ancora non si sapeva se nel 2016 sarebbe stato possibile introdurre nuovi criteri di flessibilità sulle pensioni, poiché doveva essere ancora definito il tema delle risorse.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi cambiava di nuovo le carte in tavola e in diverse occasioni sosteneva che una modifica alla flessibilità in uscita poteva già entrare nella Legge di stabilità 2016.
Come sarebbe finanziata una modifica alla riforma Fornero
Il problema, come si evince dall’evolversi della situazione, era e rimane quello di trovare le risorse per finanziare una modifica all’attuale sistema pensionistico. Pier Carlo Padoan è intervenuto nuovamente e, in risposta all’atteggiamento ottimistico di Renzi, ha sottolineato che la flessibilità non può essere a costo zero, per cui bisognerà vedere come verrebbe attribuito questo costo e a chi. Si aggiunga a questo che nel DEF sono previste anche la cancellazione dell’IMU agricola, l’abolizione della TASI e dell ‘IMU sulla prima casa, per cui ci si domanda a chi toccherà il peso di finanziare tutti questi interventi. Qualcuno forse avrà delle amare sorprese.