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Per "disabitate" intendo che non sono popolate da esseri umani; ma di abitanti ne hanno comunque un certo numero.
Sono tutti abitanti con piume, ali e becco, e ce ne sono talmente tanti che il National Trust ne ha fatto un'oasi protetta, denominata niente meno che Santuario degli Uccelli.
E' possibile visitarle tramite diverse escursioni in barca, tutte in partenza dal porto di Seahouses e tutte dal costo approssimativo di 30 £ (più altre 4 £ per l'ingresso sull'isola), che consistono in una circumnavigazione dell'arcipelago con tanto di sbarco della durata di 1 ora sull'isola principale, la Inner Farne.
Sia sulla Lonely Planet che alla biglietteria viene caldamente raccomandato di indossare un cappello o un cappuccio quando si sbarca sull'isola.
Certo, immaginiamo noi, a nessuno fa piacere uno shampoo non richiesto, soprattutto se non profuma esattamente di olio di jojoba o di pino silvestre.
"Oh no, non è per questo" - sogghigna con aria misteriosa un signore che abbiamo incontrato sull'autobus.
"Siete due ragazze coraggiose" - aggiunge prima di scendere, e di lasciarci.
Ginger Cat ed io ci guardiamo con aria interrogativa.
Noi volevamo andare sulle Isole di Farne a vedere i pulcinella di mare...
I pulcinella di mare! Quegli uccellini con il becco a strisce colorate e lo sguardo da clown triste - non fanno tenerezza?
Cosa dovrebbe esserci di minaccioso in questa esperienza?
Forse sull'isola dimora anche qualche pterodattilo? Forse in mare c'è il cugino bullo di Nessie che fa rovesciare le imbarcazioni? O i piccoli clown dall'aria triste sono in realtà un'incarnazione del Male come il pagliaccio di It??
Ma se non accettiamo palloncini, credo che anche in questo caso non ci possa succedere nulla di brutto.
...O no??
Bene, in ogni caso siamo in ballo per cui balliamo.
E anzi, questo mistero un po' inquietante da una parte mi incuriosisce ancora di più sulla visita che stiamo per fare.
Saliamo sulla nostra barchetta e pian piano ci avviciniamo all'arcipelago, costeggiandolo.
Vediamo un branco di pasciute foche grigie che sonnecchiano su un isolotto minore, quasi confondendosi con il colore delle rocce.
Passiamo di fronte al faro di Longstone, e il barcaiolo ci racconta la storia di Grace Darling, la figlia del guardiano che, nel 1838, diventò una sorta di eroina nazionale, perché nel bel mezzo di una tempesta, con la nebbia fittissima ed il mare feroce, riuscì a portare in salvo, da sola, sulla sua barca a remi, nove persone superstiti di un naufragio.
Il barcaiolo ci dice anche, in maniera non molto rassicurante, che i naufragi da queste parti sono piuttosto frequenti, perché spesso si leva un nebbione che in confronto quello che abbiamo in Val Padana è un timido velo semi-trasparente, ed alcuni degli isolotti minori scompaiono e riappaiono quando meno te lo aspetti a seconda del livello della marea.
Spero non centri anche davvero il cugino di Nessie; ma sta di fatto che dal 1800 ad oggi ci sono stati quasi 250 naufragi.
Bene.
Quando sbarchiamo sull'Inner Farne???
Credo non manchi molto, perché lo strepitio degli uccelli sta cominciando a farsi assordante, e anche l'olfatto sta cominciando a percepire la vicinanza dell'isola.
Passiamo rasenti alle sue alte coste frastagliate, che sono tricolori come un dolce multistrato: dove è lambito dall'acqua, il grigio della roccia è più scuro ed umido, mentre in mezzo conserva il suo colore naturale. L'ultimo strato, bianco e vischioso, però, indubbiamente non è panna...
Imbocchiamo il sentiero delimitato che percorre il Santuario degli Uccelli: l'unica lingua di terreno dell'isola consentita agli esseri umani - tutto il resto è di proprietà dei volatili.
Vicino al sentiero, per terra nell'erba fitta, ci sono degli uccellini grigi e neri, poco più grossi di un merlo, ma con il becco rosso, più lungo e sottile.
Sono le sterne artiche.
Ce ne sono decine, e covano delle uova azzurrine chiazzate di marrone.
Alcune hanno già anche i pulcini, che si nascondono, piccoli ed arruffati, sotto le loro ali.
Il tempo di scattar loro qualche foto, e di pensare quanto sono carine, che ne vedo una avventarsi in picchiata a beccare in testa un ignaro visitatore.
Magari avrà fatto qualcosa che avrà dato loro fastidio, penso. Magari si sarà inavvertitamente avvicinato troppo al nido.
Ma ecco che un altro visitatore viene beccato da altre due sterne. E stava tranquillamente camminando nel mezzo del sentiero.
I loro occhietti neri sembra che lancino fulmini, strepitano, allargano il becco con fare minaccioso, frullano le ali e si avventano su chiunque sia di passaggio.
"Non toccare il mio bambino, fetido umano!! Non ti azzardare neppure a guardarlo!"
Mi sa che cresceranno un po' bamboccioni, questi piccoli sternini artici.
Ma forse, se la presenza umana provoca loro tutto questo stress in fase di cova, perché non impedire l'accesso all'isola in questo periodo?
Mentre formulo questo pensiero di solidarietà nei confronti degli isterici volatili, ecco che mi sento trapanare il cranio pure io.
Ma perché???
Che cosa ti ho fatto??
Ho capito che su Wikipedia c'è scritto che i gatti sono la causa principale di morte delle sterne artiche, ma io giuro che avevo intenzioni assolutamente pacifiche!!
E sì, ho guardato il tuo bambino, l'ho pure fotografato, ma ti assicuro che non ho intenzione di vendere le sue foto on line a nessun sito sterno-pornografico! L'ho solo fatto perché è un bel bambino, il più bel pulcino sternino che abbia mai visto!
Aiuto!!!
Basta!!!!
Ok, adesso ho capito il perché del cappello.
E soprattutto il perché siamo due ragazze coraggiose.
Ma io non sono coraggiosa, io non lo sapevo che ci fossero questi uccellacci isterici! Io ero venuta per vedere i pulcinella di mare, cribbio!!!!
I ranger del National Trust passano, completamente ricoperti della stessa roba bianca a vischiosa che abbiamo visto sulle rocce (e che non è panna), e con un sorriso mistico ci dicono che basta agitare le braccia sopra la testa per farle allontanare.
Sarà.
Ma loro hanno un po' l'aria da santoni indiani, sembra che siano ormai al di là delle preoccupazioni terrene e delle pene di questo mondo. O magari il loro cuoio capelluto ha subito una mutazione genetica e si è ricoperto di squame per diventare immune alle beccate delle sterne.
Non mi pare che serva molto agitare le braccia sopra la testa.
E poi mi fa sembrare isterica.
E non sono IO quella isterica, santa Cleopatra!!
Mi pare molto più efficace rifugiarsi nella cappella di San Cuthbert.
Qui le bestiacce non entrano.
San Cuthbert ormai sta diventando il santo patrono di questa vacanza: lo avevamo già incontrato ad Holy Island. Giustamente, avrà voluto mettere su un franchising di chiesette lungo la costa del Northumberland. Oppure avrà cominciato da qui e poi, stufo di farsi beccare in testa (ricordiamo che era un monaco, quindi suppongo avesse anche la chierica, oltretutto), ha preferito spostarsi a Lindisfarne.
La cappella è buia e suggestiva, ed ha una bella vetrata.
Ma non c'è molto da guardare.
Quindi mi tocca uscire di nuovo fuori.
Dalle sterne artiche.
...Devo proprio??
E' così bella questa chiesetta!
Credo mi sia venuta l'improvvisa urgenza spirituale di rimanere qui un altro po'.
Diciamo almeno fino a che non ripasserà la barca a prenderci...
Ginger Cat mi convince ad uscire (trascinandomi per un braccio, in una scena non molto dignitosa), e per fortuna oltre il muretto della chiesa, nell'altra metà dell'isola le sterne non ci sono.
Regnano altri volatili, più pacifici ed equilibrati.
I cormorani, ad esempio, che hanno anche loro un po' quell'aria da "non toccare il mio bambino", ma si limitano allo sguardo torvo, risparmiandosi le beccate. Menomale, se no in questo caso altro che cappello, ci andrebbe come minimo un'armatura.
E poi diverse specie di gabbiani.
Ed infine... eccoli, i pulcinella di mare!
Con il becco pieno di pesci per i loro pulcini.
Bene, adesso la barca verrà a prenderci da questo lato, vero??
No???
Vuoi dirmi che dobbiamo ripassare dal Regno delle Sterne?
Ginger cerca di rassicurarmi: "Ma dai, non ti fanno niente" (no, mi beccano soltanto), "Hanno più paura loro di te" (ecco, ma loro hanno un beccaccio rosso ed acuminato che io non ho).
Sarà anche così, ma io sul momento preferisco abbandonare ogni residuo di dignità e raggiungere il punto di attracco della barca di corsa.
Sentendomi un po' Tippi Hedren, comunque.
Chissà se Hitchcock è mai stato in visita su quest'isola??
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