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“Studiamo i cetacei- dice Laura Abbriano – perchè sono animali che si trovano in cima alla catena trofica e quindi sono animali che ci permettono di capire lo stato di salute del nostro territorio e del nostro fondale marino”. Come tutti gli ecosistemi della natura, anche quello marino si basa su un equilibrio delicato tra gli organismi che lo abitano. Qualsiasi tipo di intoppo nella catena alimentare causa delle conseguenze immediate su altre specie. Le minacce sono moltissime, soprattutto quelle causate dall’uomo. Tra le più gravi, anche perchè è tenuta poco in considerazione, è l’inquinamento acustico. Qui all’acquario di Barcellona, gli abitanti del mare sono ben protetti da un vetro spesso nelle loro vasche. Ma in mare aperto la fauna è sottoposta minacce di ogni tipo: “Quello che bisogna capire – sottolinea Michel André, coordinatore della missione LIDO – è che alcuni organismi marini che vivono nel loro habitat da milioni di anni si sono adattati all’ambiente grazie alle informazioni sonore che hanno ricevuto. Parliamo in particolare di mammiferi marini, cetacei, balene e delfini che utilizzano il suono per tutte le loro attività. Se viene contaminata una fonte sonora, viene preclusa agli abitanti del mare la buona ricezione di un’informazione e di conseguenza questo mette in pericolo tutta la loro vita”. Per i cetacei, il suono è il mezzo primario per conoscere un ambiente, per comunicare e per spostarsi. Non possono affidarsi a nessun altro senso. I forti rumori provocati dall’uomo, come i suoni di strutture industriali, militari o della Marina, possono traumatizzare i cetacei e renderli incapaci di captare suoni fondamentali per la loro sopravvivenza. “Il suono – precisa André Michel – rappresenta per un cetaceo, quello che per un uomo è la vista. Senza questo senso per noi è impossibile vivere senza assistenza. Per questi animali alla stessa stregua è impossibile vivere se non riescono a cogliere e a produrre dei suoni.”
Alcuni suoni emessi dai mammiferi marini possono essere sentiti sott’acqua anche a distanza di molti chilometri. Come qui alle isole Eolie, dove gli ambientalisti cercano di individuare i cetacei presenti nella zona con apparecchiature elettroniche: “Questo è un idrofono – dice Laura Abbriano della Aeolian Dolphin Research – ovvero è un microfono molto speciale che permette di registrare i suono sott’acqua. In particolare ha la capacità di captare i suoni emessi dai delfini." Purtroppo non abbiamo fortuna, il rumore del motore di una nave è insopportabile.
I cetacei, che hanno un udito delicato, scappano lontano o si inabissano a profondità pericolose. Gli effetti negativi dell’inquinamento acustico è ora molto chiaro, anche se le informazioni scientifiche sono scarse. Per approfondire le ricerche, gli scienziati utilizzano microfoni a centinaia di metri di profondità. Con questi apparecchi vengono registrati tutti i suoni e le fonti dalle quali provengono. Questo osservatorio acustico , costruito sul fondale del mare, non disturba la vita sott’acqua. E’ il modo piu’ ecologico per raccogliere suoni, piu’ che dalle barche in movimento, anche perchè ha il grande vantaggio di registrarli con continuità. Alcuni osservatori possono inviare in tempo reale alle strutture di terra i suoni registrati sott’acqua. E’ il caso del laboratorio al porto di Catania che partecipa alla missione sperimentale denominata LIDO.
“Queste schede elettroniche – spiega Giorgio Riccobene ricercatore dei Laboratori Nazionali del Sud – possono essere messe o a bordo della nave e quindi essere connesse ad un registratore locale oppure come nel caso di LIDO oppure essere messe sott’acqua e poi collegate ad una fibra ottica a un computer sulla terraferma. Permette quindi al ricercatore di sentire il suono dei cetacei in realtime da chilometri e chilometri di distanza in fondo al mare” .Il progetto LIDO, (per esteso Listening to the Deep Ocean Environment), è coordinato dal Laboratorio Bioacustico di Vilanova i la Geltrù, non lontano da Barcellona. E’ il centro di riferimento in cui vengono raccolte tutte le registrazioni dalla rete che fa parte dall’osservatorio dei fondali europei ESONET, insieme a undici laboratori disseminati in tutta Europa. “Prima di tutto – sottolinea Mike van der Schaar, ricercatore del Laboratorio Bioacustico UPC -ascoltiamo le registrazioni per capire se ci sono dei suoni interessanti, possono essere ad esempio dei fischi o altri segnali che fanno i cetacei, oppure anche dei rumori prodotti dalle attività dell’uomo. Dopo questo primo passaggio li classifichiamo e li mettiamo a disposizione del pubblico. Chiunque puo’ scaricare i risultati delle analisi, si possono consultare online”. Questa sede scientifica è dotata di computer che classificano automaticamente i diversi suoni prodotti da organismi animali o da fonti artificiali. Oltre ai rumori.
“Le linee verticali che vediamo – dice Serge Zaugg, ricercatore del Laboratorio Bioacustico – segnalano dei capodogli che stanno cercando, ad esempio di trovare dei calamari, che sono una delle loro prede. Altro esempio di suono che possiamo registrare sotto il mare, è questa serie di rumori prodotti da una nave. Distinguere i suoni di una nave da quelli di un capodoglio è facile per noi uomini. Ma per una macchina è un lavoro complicato. Dunque la sfida è realizzare un metodo automatico che possa individuare questa differenza.” Il sistema riesce a monitorare costantemente la popolazione marina delle acque europee, fornendo informazioni sui motivi che spingono alle migrazioni e le reazioni all’inquinamento acustico. Tutte informazioni verranno poi pubblicate su internet. “Abbiamo creato – sottolinea Michel André, di LIDO – un sito web che permette agli utenti di vedere in tempo reale i suoni che stiamo registrando. Inoltre si puo’ vedere attraverso il grafico che rappresenta il suono che siamo in presenza di un capodoglio, di un delfino o di una nave e come questi suoni interagiscono tra loro”. Le minacce provocate dalle attività umane sui cetacei possono essere meno pericolose se si riesce a capire il ruolo dei suoni nella vita di una balena o di un delfino. L’unico modo per capire di piu’ è quello di ascoltare in profondità.
Ecco il video: http://www.youtube.com/watch?v=5e17ZEUU96U
http://www.aeoliandolphin.com/
http://www.sonsdemar.eu/http://www.lab.upc.es/
Fonte: Euronews
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