Era già nell'aria da un bel po' di tempo, ma pare che dopo la riforma della scuola di Renzi le mie possibilità di continuare ad insegnare siano più o meno le stesse che ha DiCaprio di vincere un Oscar.Colpa mia, colpa del governo, del periodo storico, di Gargamella e della ruggine. Tant'è.Fino a qualche mese fa questa notizia mi avrebbe fatta sprofondare nella disperazione più assoluta, con tutto il repertorio di pianti inconsolabili, scenate isteriche e "Ma tu non capisci!" urlati al telefono a mia madre. Premessa. Adoro il mio lavoro. Ho fatto grandi sacrifici per poter intraprendere questa strada e ogni santo giorno io vado a lavorare con il sorriso stampato sulla faccia (qui potrei aprire una parentesi di millemila pagine per descrivere quanto mi piace).Eppure, sebbene l'idea di lasciare per sempre tutto questo mi provochi una fitta alla bocca dello stomaco e un forte senso di nausea, mi sembra di poter sopravvivere anche senza. Addirittura Vivere senza.Eppure, si tratta di una bruttissima frase fatta, da quando è nata Sveva è davvero cambiato tutto. Penso, con inaspettata tranquillità, "Se dovrò cercarmi un altro lavoro lo farò". Il mondo è pieno di persone che fanno qualcosa che non sia insegnare e (alcuni) mi sembrano comunque molto felici. Ho realizzato il mio sogno più grande quando è nata S. e questo mi ha riempito di così tanta energia e amore e forza che tutto il resto mi sembra passato in uno sfocato secondo piano. Forse ha ragione chi mi dice "Una mamma non realizzata a pieno, che fa un lavoro che non le piace, non è una mamma felice". "Quando i figli saranno grandi e se ne andranno tu resterai sola con un lavoro che non ti piace". Credo ci sia della verità anche in questo, eppure non riesco ad essere totalmente d'accordo. La mia sicurezza e la mia stabilità per me sono queste quattro mura e le persone che ci sono dentro, la mia famiglia. Quella che ho scelto e creato io. Questa è la base da cui posso partire per fare tutto il resto.Non lo so come andrà finire, Luca mi dice stare tranquilla, di aspettare e vedere che cosa realmente succederà. Sono d'accordo. Ma aver maturato questa consapevolezza dentro di me forse mi farà dormire di notte, mi farà affrontare le novità che arriveranno con un po' più di leggerezza.Perché forse è proprio questo il regalo più grande che mi ha fatto fino ad ora S., la leggerezza.