Fonte: Il Corriere della Sera
Un professore di Oxford ha scoperto alcune lettere di Voltaire (il cui vero nome era François-Marie Arouet) che rivelano come questo personaggio simbolo della letteratura e della filosofia francese fosse riuscito con scaltrezza ad ottenere una donazione di 200 sterline dalla famiglia reale britannica. Nicholas Cronk, questo il nome dello studioso, ha scoperto che durante un soggiorno di due anni in Inghilterra agli inizi della sua carriera, Voltaire si comportò come «un grande opportunista» e, anglicizzando il suo nome in «Francis», strinse amicizia con alcuni dei più grandi intellettuali del Regno le cui idee poi utilizzò nei propri scritti.
COLLEZIONE DI SCRITTI – Cronk è il direttore della Voltaire’s Foundation, un ente che entro il 2018 mira a completare una collezione di tutti gli scritti di Voltaire, lettere incluse. Le 14 nuove missive oggetto dei recenti studi provengono da alcune biblioteche negli Usa e gettano luce sugli anni che Voltaire trascorse in Inghilterra dopo il 1720. «Voltaire arrivò in Inghilterra come un poeta relativamente sconosciuto, con solo una raccomandazione dell’ambasciatore britannico a Parigi e farsi dunque le amicizie aristocratiche che si fece dimostra come fosse un brillante arrampicatore sociale», ha detto Cronk.
POESIE PER LA REGINA – La donazione della famiglia reale, che servì a lanciare la sua carriera di intellettuale, è molto probabilmente un ringraziamento a Voltaire per aver dedicato una delle sue poesie alla futura regina Carolina. Cronk conclude: «L’offerta a Voltaire probabilmente giunse su richiesta della regina Carolina, una patrona delle arti, cosa che conferma quanto Voltaire si fosse integrato nell’aristocrazia inglese in tempi così brevi».
Riporto un commento a questo articolo che mi pare interessante;
20.01|17:13 ntonio72Bisognerebbe che uscissero allo scoperto, al di là dell’omertà dei suoi ammiratori, tutte le lettere in cui viene fuori pure un Voltaire “azionista” di una società dedita alla tratta dei neri! E le lettere in cui afferma che per sostenere le idee illuministe è lecito “mentire” sull’avversario per coprirlo di ombre! Così, tanto per “rivedere” e “ridimensionare” un tanto sopravvalutato difensore della libertà e della tolleranza.
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