Tempo di Top 10.
Ancora?
Ebbene sì. La “Serie sulla crescita” di Pensieri Cannibali diventa (quasi) adulta e raggiunge il suo quinto capitolo. A questo punto scatta d’obbligo un riassunto dei capitoli precedenti: Dischi con cui sono cresciuto Programmi tv con cui sono cresciuto Film con cui sono cresciuto Canzoni con cui sono cresciuto
Oggi è invece il turno delle 10 letture con cui sono cresciuto. Precisazione: non le più belle, non necessariamente le mie preferite, solo quelle che nel bene o nel male hanno segnato i miei anni infantili e adolescenziali. Dentro ci sono libri, romanzi, ma anche riviste, giornali e giornaletti.
Volete farlo anche voi? Partecipate a questo giochino/lista sui vostri blog, social network o qui sotto tra i commenti, e nel frattempo beccatevi la mia Top 10.
10. Alessandro Manzoni “I promessi sposi” Ai tempi del liceo odiavo I promessi sposi, poi crescendo… l’ho odiato ancora di più. È una schifezza scritta male, con personaggi ridicoli, una trama degna di una fiction di Canale 5 e un’insopportabile e onnipresente morale cattolica. Non so se viene insegnato ancora, credo di sì, ma andrebbe bandito da tutte le scuole. E pure da biblioteche e librerie, già che ci siamo. Io sono stato obbligato a leggerlo al liceo, me lo sono risorbito pure all’università, spero che almeno le nuove generazioni se lo possano risparmiare.
A meno che la scena del matrimonio non sia riscritta da George R. R. Martin...
"Questo post non s'ha da fare!"
9. Topolino e Corriere dei Piccoli L’anti-Disney Cannibal Kid è cresciuto con Topolino? Ebbene sì. Alle storie del topo più antipatico del mondo, a parte Geronimo Stilton, ho comunque sempre preferito le vicende dedicate ai paperi. L’altra rivista con cui il piccolo me è cresciuto è il Corriere dei Piccoli, anche noto come Corrierino. Dentro si potevano trovare cose allucinanti come la Pimpa e il Signor Bonaventura. Ma perché diavolo lo leggevo e perché diavolo mi piaceva pure così tanto?
8. Antoine de Saint-Exupéry “Il piccolo principe” Un’opera letteraria per bambini, forse. O forse, probabilmente, uno dei libri più profondi mai scritti.
"Che bello il mio vestitino, me l'ha disegnato Miuccia Prada."
7. Oscar Wilde “Il ritratto di Dorian Gray” Il romanzo dandy per eccellenza. Un punto fermo nella mia formazione culturale. Troppo chic.
6. Enrico Brizzi “Bastogne” Il mio primo approccio agli scrittori “cannibali” è stato con questo libro. Mio padre all’epoca aveva un’edicola e, tra i Miti Mondadori usciti che mi potevo leggere a scrocco, c’era l’opera seconda di Enrico Brizzi, che mi lessi quindi ancor prima del suo celebre esordio Jack Frusciante è uscito dal gruppo. Per quanto anche quest’ultimo abbia segnato la mia adolescenza, Bastogne è Bastogne. Un’Arancia Meccanica ambientato nella Nizza degli anni ’80, con dentro un sacco di sesso, droga, violenza e grande musica del decennio. Per il me quindicenne di allora non poteva esserci niente di più fico. E forse nemmeno per il me di oggi.
5. George Orwell “1984” Questo è un libro con cui sono cresciuti in tanti. Silvio Berlusconi di certo l’ha letto in maniera attenta, così come gli sceneggiatori del Grande Fratello, l’autrice di Hunger Games e più in generale gli autori del 99% di romanzi, film, serie tv e fumetti distopici/futuristici. E pure io.
4. Ciak, Duel e Film Tv Perché ho cominciato a scrivere di cinema? O, se preferite, chi potete maledire perché Pensieri Cannibali è diventato un sito prevalentemente cinematografico? Per quanto riguarda la parte più pop e se vogliamo “commerciale”, ma anche per la mania di fare liste e classifiche e per il cercare di rivolgersi a un pubblico più vasto possibile, il mio punto di riferimento è sempre stato Ciak. Per quanto riguarda l’anima più alternativa e se vogliamo “radical-chic”, il modello era invece [duel], diventata oggi duellanti, una rivista che leggevamo in quattro gatti ma che era scritta in maniera di-vi-na. Via di mezzo tra le due correnti è poi il sempre valido Film Tv, pubblicazione nata con la scusa di essere una guida ai programmi tv, ma in realtà soprattutto una rivista di cinema, di grande Cinema.
3. Bret Easton Ellis “American Psycho” American Psycho mi ha fatto a pezzi. Mai nessun romanzo mi era entrato sotto pelle in una maniera così prepotente e malvagia. Questo romanzo mi ha distrutto, massacrato, mi ha reso più cinico e cattivo.
Ci sono libri che ti fanno diventare una persona migliore. American Psycho non è di sicuro tra quelli.
2. Il Mucchio Selvaggio Una rivista che è stata un mio riferimento fondamentale assoluto. Sia per la musica consigliata, molto radical-chic e alternativa, sia per lo stile di scrittura. Tra le sue pagine sono poi passate nel corso degli anni grandi penne. Dall’appassionato di musica brit Carlo Villa al politologo Massimo del Papa, dall’electro boy Damir Ivic al tuttologo Luca Castelli, passando per il direttore e factotum Max Stefani. C’era pure un giovane Andrea Scanzi, oggi prezzemolino tv, all’epoca davvero un portento con le parole. Come scriveva lui di calcio, con le sue fissazioni per Rui Costa, Garrincha e Savicevic, non ho letto nessuno mai.
Negli ultimi anni sono successi dei casini, è cambiata la gestione della rivista, alcune ottime firme come Claudia Durastanti sono comunque sempre presenti, però per me Il Mucchio resta un modello esistenziale soprattutto per quanto riguarda i miei anni adolescenziali.
1. J.D.Salinger “Il giovane Holden”